Donatella Di Cesare assolta per aver definito Lollobrigida “Neohitleriano”

RMAG news

La filosofa Donatella Di Cesare non diffamò il ministro Francesco Lollobrigida quando nel corso di una trasmissione televisiva commentando le parole dell’esponente politico sulla “sostituzione etnica aveva affermato: “Quello del ministro non può essere preso per uno scivolone perché ha parlato da Gauleter, da governatore neohitleriano”.

Il giudice monocratico di Roma ha dichiarato il non luogo a procedere nei confronti della filosofa che era imputata di diffamazione dopo la querela presentata dal titolare dell’Agricoltura. “Sono molto soddisfatta – ha detto Donatella Di Cesare – perché ho vissuto il processo come una grande ingiustizia, perché il mio era un commento, un parallelo storico e non doveva essere un motivo per fare un processo. Mi preoccupa la tendenza a criminalizzare il dissenso e le voci critiche” .

Sono sempre apertissima al dialogo e al confronto democratico – ha aggiunto Di Cesare – ritengo che sia il cardine della democrazia anche con il ministro Lollobrigida”. Tutto ruota intorno alla formula “sostituzione etnica” che il ministro aveva pronunciato al congresso Cisal il 18 aprile dell’anno scorso suscitando molto scalpore.

Di Cesare spiegava che il nazismo è stato progetto di rimodellamento etnico del popolo e il mito complottistico della sostituzione etnica è nelle pagine del Mein Kampf di Hitler. La filosofa aggiungeva anche che le sue parole erano il frutto di anni di lavoro e di studio sull’argomento.

È molto preoccupante che per aver espresso un commento del genere in un paese normale dove esiste o dovrebbe esistere il diritto di critica si arrivi a istruire una indagine e a celebrare un processo. Perché un processo soprattutto in una situazione del genere è già una pena anche se poi c’è il proscioglimento.

 

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