“Dopo un anno di governo Meloni Italia indebolita e isolata, il Paese è stanco di questa destra”, parla Gribaudo

RMAG news

Chiara Gribaudo, parlamentare, vicepresidente del Partito democratico. L’autunno si prospetta politicamente rovente. Quali le priorità del Pd?
Continueremo le nostre battaglie innanzitutto a difesa dei salari che sono sempre più bassi nel nostro Paese. Torneremo a richiedere l’introduzione del salario minimo, chiederemo di calendarizzare le nostre proposte contro gli stage gratuiti per i giovani e sulla legge di bilancio faremo le nostre proposte per una riforma delle pensioni che non sia l’ennesima inutile boutade di Salvini, insostenibile per il sistema. Volete un esempio? Quota cento, che infatti questo governo non ha mai rifinanziato. Poi lavoreremo sulla sanità per abbattere le liste d’attesa. E poi sulla scuola, dove si stanno insinuando derive oscurantiste preoccupanti che, unite all’autonomia differenziata, rischiano di bloccare definitivamente la scuola pubblica alla sua funzione costituzionale educativa e di ascensore sociale per il futuro di questo Paese. Sul tema delle cosiddette riforme, in particolare in contrasto a questo scellerato premierato, ci saremo con le nostre proposte, perché è oramai chiaro che serve accelerare il processo costruttivo di una valida e chiara alternativa alla deriva istituzionale di questo governo. Lavoriamo con questo spirito, mi auguro con un occhio di riguardo alla costruzione e al consolidamento del Partito democratico e di una classe dirigente rinnovata nel merito e nel metodo.

Elly Schlein ha molto insistito sull’importanza dell’essere uniti. Ma cosa differenzia questa sottolineatura dall’annoso e ripetitivo dibattito sul “campo largo”? E in questo campo vorrebbe rientrare Matteo Renzi.
I contenuti, lo sforzo di non ragionare solo di tattiche o alchimie elettorali ma di sostanza, sono fondamentali. Come anche nessun veto, come dice la nostra segretaria. Al contempo mi aspetto una maturità politica, soprattutto da chi ha già avuto la sua occasione più e più volte. Ora, se davvero ci sta a cuore il destino dei cittadini e delle cittadine di questo Paese, se davvero vogliamo passare dalle parole ai fatti, servono meno interviste muscolari, più profondità e pensiero, più ascolto e più voglia di costruire il domani. Chi ci vuole stare è il benvenuto, suggerirei però di evitare di voler sempre spiegare al primo partito dell’opposizione “come si sta al mondo”.

Il 2024 è stato un anno elettorale, non ancora concluso: a novembre si vota in Emilia-Romagna, Liguria e Umbria. Divisi si perde: i 5Stelle, lacerati dal dibattito interno, hanno imparato la lezione?
Me lo auguro, soprattutto per i loro elettori e le loro elettrici che danno segnali di non riconoscersi fuori dal centrosinistra e di non apprezzare questi scontri di potere nei vertici.

A proposito di elezioni. A novembre si vota negli Stati Uniti. Kamala Harris può farcela?
Rimango ottimista, soprattutto dopo la Convention di Chicago. È stato un percorso tortuoso che però si sta definendo bene, nonostante la brutale rivalsa che Trump ed i suoi mettono in atto costantemente a suon di fake news.

Si vota e si combatte: sul fronte ucraino e in Medio Oriente.
Sì, viviamo un momento storico davvero difficile e sarà impegnativo perché bisogna intanto ricostruire relazioni diplomatiche e politiche di pace innanzitutto, e lavorare alacremente per costruire un nuovo ordine mondiale che veda un rinnovato protagonismo del fronte progressista ancorato alla realtà, per mutare profondamente il futuro. Vorrei però allargare il discorso e non fermarmi ai conflitti di cui parliamo e di cui ci preoccupiamo tutti i giorni. Sappiamo che non solo le guerre in corso, ma anche le conseguenze del cambiamento climatico, delle questioni demografiche, dell’accelerazione d’impatto dell’intelligenza artificiale nei processi produttivi e nel modello economico, rischia di farci perdere le coordinate. Dobbiamo lavorare oggi per costruire quel futuro.

Due anni di governo delle destre. Un bilancio.
Isolati in Europa, con una polemica ridicola al giorno per coprire la povertà di idee e di una classe dirigente inadeguata, una destra senza spinta ad un’idea di paese contemporaneo europeo, dinamico. L’Italia del fallimento della loro vuota retorica del Made in Italy e la realtà che dimostra come abbiano zero idee sul piano dello sviluppo economico ed industriale, su come affrontare i temi più complessi come la povertà crescente, il calo demografico, il ridisegno dei servizi di qualità ai cittadini. Hanno costruito un’Italia delle mancette e dei più ricchi che stanno sopra tutto. È una destra arrogante e permalosa in modo pericoloso e autoritario. Un’Italia che sono certa non voglia la maggior parte degli italiani e delle italiane dopo averla sperimentata. Un’Italia così non la meritano i nostri figli per questo sarà un autunno impegnativo, e continueremo finché non ci sarà un cambiamento profondo e sentito nella società.

Please follow and like us:
Pin Share