Enrico Mentana e lo scontro con Lilli Gruber, dal direttore del tg di La7 ultimatum all’azienda: ipotesi addio

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Tra Enrico Mentana e Lilli Gruber ne resterà solo uno? È il dubbio che sorge dopo lo scontro senza precedenti tra le due “star” del giornalismo di La7, l’emittente di Urbano Cairo: da una parte il direttore del tg, da 14 anni al suo timone, dall’altra Lilli Gruber, volto ormai storico di ‘Otto e mezzo’.

Un rapporto precipitato dopo la perfida battuta sulla “incontinenza” di Mentana da parte di Lilli Gruber nel lanciare la puntata di ‘Otto e mezzo’ di lunedì 6 maggio, iniziata con un quarto d’ora di ritardo per lo sforamento del telegiornale. “Buonasera e benvenuti alle 20:46, non alle otto e mezza e a Otto e mezzo, ma l’incontinenza è una brutta cosa. Scusateci di questo ritardo”, aveva aperto così la trasmissione una Lilli Gruber visibilmente irritata.

Mentana contro Gruber e La7

La risposta di Mentana era arrivata martedì mattina via social, dopo aver registrato il silenzio dell’azienda, dall’editore Cairo al direttore di rete Andrea Salerno. Così su Facebook il direttore del tg ha pubblica un grafico che mostra la salita dello share di La7 in concomitanza con l’inizio del suo telegiornale.

Un grafico accompagnato da parole molto dure nei confronti di Lilli Gruber, definita “maleducata” pur senza essere nominata, e ai manager della tv tirati in ballo come “ignavi”. “Dall’uno al nove per cento in mezz’ora. Questa è la curva degli ascolti – del tutto simile a quelle dei giorni precedenti – del tgla7 di ieri sera, segnato da fatti importanti e in continuo aggiornamento. A quel tg però ha imprevedibilmente fatto seguito un giudizio grevemente sprezzante nei miei confronti da parte di chi conduceva il programma successivo, che pure è ogni sera diretto beneficiario di quella curva ascendente. Un giudizio da cui finora nessuno tra i vertici di La7 ha sentito il bisogno di prendere le distanze. Piccolo episodio, ma molto indicativo. A questo punto le distanze, come è doveroso, le prendo io, dai maleducati e dagli ignavi”, le parole al vetriolo di Mentana.

Il nuovo affondo di Mentana

Uno scontro che ha avuto una terza puntata martedì sera, in chiusura del telegiornale condotto da Mentana. Il direttore ha ricostruito quanto accaduto nell’edizione di lunedì sera: “Ieri sera siamo andati un po’ lunghi con il telegiornale, era una giornata cruciale, importantissima: la prospettiva di pace in Medioriente, la tragedia di Casteldaccia, vicino a Palermo, In più come ogni lunedì c’erano i nostri sondaggi e l’appuntamento con il Data Room di Milena Gabanelli. Come ogni lunedì siamo andati un po’ lunghi, me ne scuso con i telespettatori. Un po’ lunghi, come era prestabilito e concordato con chi dirige questa rete”, ha ricordato Mentana.

Poi l’affondo, l’ennesimo, contro Lilli Gruber e la stessa La7: “Chi ci ha seguito, Lilli Gruber, perché non mi piace di far finta di non sapere nomi e cognomi, ha avuto parole molto sgradevoli e offensive nei confronti del sottoscritto. Io mi siedo qui da 14 anni per fare questo tg, non ho mai offeso volontariamente nessuno e tantomeno i colleghi che lavorano su questa rete. Gradirei reciprocità a questo riguardo e gradirei da parte dell’azienda per cui lavoro che non ci fosse il mutismo che accompagna questa vicenda da 24 ore. Domani sera vedremo se c’è stato qualcosa, altrimenti trarrò conclusioni e dirette conseguenze”.

Mentana replica a Gruber: “Mi siedo qui da 14 anni e non ho mai offeso nessuno. Gruber ha avuto parole molto sgradevoli e offensive nei miei confronti” pic.twitter.com/9ZrF8HiEvk

— Il Grande Flagello (@grande_flagello) May 7, 2024

Mentana e il possibile addio a La7: direzione Nove

Parole che sembrano presagire, in caso di mancato intervento della rete, da Cairo e Salerno, una decisione clamorosa: la separazione tra Mentana e La7 dopo 14 anni. Le circostanze sarebbero d’altra parte ottimali: il contratto di Mentana scade a fine anno e da settimane si parla di un possibile interessamento di Discovery, il gruppo americano che in Italia possiede Nove e che sta investendo pesantemente, come evidenzia anche il caso di Amadeus strappato alla Rai con un contratto da 10 milioni di euro in quattro anni.

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