Funerali di Berlinguer, quando Del Turco salì sul palco tra gli applausi (nonostante la guerra tra comunisti e socialisti)

RMAG news

C’ è un episodio della vita di Ottaviano Del Turco che non ha avuto, a mio avviso, il risalto dovuto nella ricostruzione di una vita che lo vide protagonista nel sindacato, nella politica e nelle istituzioni fino a quando non finì vittima innocente di una congiura della malagiustizia. Del Turco, socialista, allora segretario generale aggiunto della Cgil fu tra gli oratori ufficiali alle esequie funebri (quarant’anni or sono) di Enrico Berlinguer, caduto sul campo a Padova durante un comizio nel corso di una campagna elettorale.

Di per sé la vicenda potrebbe rientrare nella prassi normale: Fernando Santi partecipò al picchetto d’onore della Cgil intorno al feretro di Palmiro Togliatti nel 1964. Ma l’orazione funebre di Ottaviano vent’anni dopo si svolse in un momento particolare. Poche settimane prima era stato convertito in legge il decreto del 14 febbraio 1984 sul taglio (a fini antinflazionistici) di alcuni punti di scala mobile: un provvedimento del governo Craxi che provocò una crisi nei rapporti unitari delle grandi confederazioni e tra le componenti storiche della Cgil. La corrente socialista guidata da Ottaviano Del Turco, insieme alla Cisl di Pierre Carniti e alla Uil di Giorgio Benvenuto, aveva condiviso quella misura, tanto che per alcuni mesi le componenti della Confederazione di Corso Italia avevano vissuto da separati in casa. Tuttavia grazie alla gestione di Luciano Lama e di Ottaviano Del Turco non venne varcata nessuna linea rossa da cui sarebbe stato impossibile fare ritorno.

I comunisti non si avvalsero del loro diritto di maggioranza per impegnare direttamente la Cgil in scioperi e manifestazioni, un compito che venne affidato ad un coordinamento dei consigli di fabbriche importanti. I socialisti, dal canto loro, respinsero la tentazione di dar vita ad un sedicente sindacato democratico che avrebbe abbandonato ai comunisti la Cgil. In quei difficili passaggi io, socialista, ero segretario generale della Cgil emiliano romagnola. Ricordo che fui invitato da Del Turco, d’accordo con Lama, a non interrompere un minimo di attività comune per mantenere aperto un dialogo e un confronto che prima o poi ci avrebbe riportato alla normalità (purtroppo la strada fu lunga e difficile perché l’anno dopo i sindacati e la Cgil si divisero sul referendum abrogativo promosso dal Pci).

In quell’ occasione fu sempre consentito alle diverse componenti di svolgere legittimamente le loro iniziative nell’ambito della Confederazione che rimase la “casa comune’’. Davanti al popolo comunista che nel 1984 commemorava il suo leader che usciva da uno scontro politico moto aspro, Ottaviano dimostrò responsabilità e coraggio. Ma anche quelle migliaia di persone che lo ascoltavano con attenzione e rispetto, non vedevano in lui l’avversario politico, ma il rappresentante della Cgil. Allora erano tempi così, esempio di una civiltà che purtroppo si è perduta.

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