Guerra in Ucraina, alta tensione in Italia per le parole di Stoltenberg: “Kiev ha diritto di colpire in Russia”

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Alta tensione in Italia, tra maggioranza e opposizione, dopo le parole del segretario generale della NATO Jens Stoltenberg sulla possibilità che i Paesi membri dell’Alleanza possano far cadere il divieto all’Ucraina di utilizzare le armi occidentali per colpire obiettivi militari in Russia. La reazione più pesante è quella della Lega, passando per quelle più sfumate di Forza Italia e Fratelli d’Italia, che trova comunque sponda nell’opposizione.

Il segretario Generale ha rilasciato un’intervista al The Economist. “Il chiaro obiettivo di Stoltenberg – si leggeva – anche se mai nominato, è la politica del presidente statunitense Joe Biden di controllare ciò che l’Ucraina può e non può attaccare con i sistemi forniti dagli americani”. La Lega ha fatto sapere di essere “pronta a depositare un ordine del giorno o una interrogazione finalizzate a censurare le parole di guerra del Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg”. Primo firmatario, Claudio Borghi.

“È giunto il momento per gli alleati di valutare se non sia il caso di revocare alcune delle restrizioni sull’uso degli armamenti che hanno donato all’Ucraina”, aveva dichiarato Stoltenberg. “Soprattutto ora che molti combattimenti sono in corso a Kharkiv, vicino al confine, negare all’Ucraina la possibilità di utilizzare queste armi contro obiettivi militari legittimi in territorio russo rende molto difficile la difesa”.

La maggioranza sulle parole di Stoltenberg

“Stoltenberg o ritratta o chiede scusa o si dimette”, ha sentenziato il segretario della Lega e vice primo ministro Matteo Salvini aggiungendo che le armi italiane sono state mandate a Kiev “per difendersi sul suo territorio invece di combattere, colpire e uccidere fuori dal suo territorio. Può farlo non in nome mio, non in nome della Lega, non in nome del popolo italiano”. Posizione più sfumata quella del ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani: “Noi siamo parte integrante della Nato ma ogni decisione deve essere presa in maniera collegiale. Le scelte di Kiev sono scelte di Kiev. Non manderemo un militare italiano in Ucraina e gli strumenti militari mandati dall’Italia vengono usati all’interno dell’Ucraina”.

Il ministro della Difesa e leader di Fratelli d’Italia Guido Crosetto: “Non esiste un segretario NATO o una nazione che decide la linea per tutte le altre”, ha detto in un’intervista a La Stampa. “Vale per Stoltenberg. Ma vale anche per Macron, quando ha detto Manderemo i nostri soldati in Ucraina”. L’aiuto a Kiev “deve essere fatto in modo da lasciare aperta la possibilità della costruzione di una tregua immediata e la partenza di un tavolo di pace”.

A In Mezz’ora su Rai3 le parole della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che raccomandano prudenza: “Non so perché Stoltenberg dica una cosa del genere. Bisogna essere molto più prudenti. Sono d’accordo sul fatto che la Nato deve mantenere la sua fermezza, non deve dare segni di cedimento. Io consiglio maggiore prudenza. È come se chi sostiene l’Ucraina vuole la guerra e chi invece non la sostiene vuole la pace. Io penso sia esattamente il contrario. Se noi avessimo consentito quella guerra imperialista, la guerra sarebbe arrivata più vicina a noi. Chi ha aiutato l’Ucraina sta fermando la guerra”.

Le opposizioni sulle parole di Stoltenberg

Anche dalle opposizioni le posizioni sono simili a quelle della maggioranza. Marco Tarquinio, ex direttore di Avvenire e candidato con il Partito Democratico alle europee: “Ho detto e scritto più volte di non credere e di non fidarmi più di signori come Stoltenberg. Non più di quanto creda e mi fidi di Putin, cioè meno di zero. Ma la spinta all’escalation bellica del segretario generale della Nato è intollerabile al pari della guerra già in corso in Ucraina”.

Dura anche la posizione dell’ex premier e leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte: “Obiettivo prioritario sarà portare la pace in Ucraina e nel Medio Oriente. Le parole di oggi del segretario generale della Nato segnalano un’ulteriore escalation militare. Siamo sull’orlo della Terza Guerra Mondiale. Noi diremo no. Basta con questa strategia sulla pelle degli italiani”. Per l’eurodeputato dell’Alleanza Verdi Sinistra Massimiliano Smeriglio le parole di Stoltenberg aprono a “un’ipotesi che per me è terribile perché è una ulteriore escalation e ci mette nelle condizioni di diventare oggettivamente cobelligeranti”. No comment al momento da parte della segretaria del Partito Democratico Elly Schlein.

L’offensiva russa su Kharkiv

Ad alzare la tensione sul conflitto, l’offensiva russa che soltanto sabato 25 maggio ha causato la morte di almeno 11 persone in un grande magazzino per il fai da te di Kharkiv. La città è al centro dell’offensiva da settimane, si trova ad appena una quarantina di chilometri dal confine. Altre 14 persone erano rimaste ferite in un altro attacco in centro. Al momento l’esercito ucraino ha difficoltà a intercettare le bombe plananti sganciate dagli aerei e controllate a distanza, spesso senza superare il confine. Kiev non può impiegare le armi a lungo raggio fornite dall’Occidente.

A Kharkiv vivono circa un milione e trecentomila persone, sarebbe una grande conquista per la Russia. Perciò da settimane si è riaperto il dibattito sull’uso delle armi fornite dall’Occidente a Kiev. Il presidente Volodymyr Zelensky sabato aveva lanciato un nuovo appello agli alleati: “Se l’Ucraina avesse sistemi di difesa e di combattimento aereo a sufficienza, gli attacchi russi come quest’ultimo sarebbero impossibili”. La settimana scorsa altre sette persone erano morte in un attacco a una stamperia.