Intervista a Pierantonio Zanettin: “Mandando donne incinte in cella si condannano i bambini”

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“Il nostro faro è sempre la Costituzione e la pena, come recita appunto l’articolo 27, deve avere una finalità rieducativa e non afflittiva”, afferma il senatore Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in Commissione giustizia a Palazzo Madama, commentando la decisione dei suoi colleghi alla Camera di non partecipare questa settimana al voto sugli emendamenti al ddl sicurezza nella parte riguardante le detenute madri e che renderebbe facoltativo il rinvio della pena per le donne incinte o con prole fino ad un anno.

Senatore Zanettin, condivide la scelta di “smarcarsi” dalla maggioranza?
Come ha detto il collega Emilio Russo alla Camera, non possono essere i bambini a farne le spese. Sono perfettamente d’accordo sulla necessità che sia mantenuto, per le madri con bambini fino ad un anno, l’obbligo di differimento della pena o l’obbligo di scontarla in un istituto protetto. Bisogna scongiurare che anche un solo bambino sia costretto a crescere dietro le sbarre di un carcere per colpe della madre.

Nella maggioranza, però, ci sono sensibilità alquanto differenti a tal proposito e proprio su questo punto si preannuncia un dibattito acceso in Aula.
Guardi, noi di Forza Italia siamo l’anima garantista del centrodestra e lo rivendichiamo. Su questo aspetto non devono esserci dubbi. Mi fa piacere ricordare che sono stato l’unico parlamentare della coalizione di governo che ha partecipato alla maratona oratoria organizzata la scorsa primavera a Roma dalle Camere penali per denunciare l’emergenza delle carceri. L’iniziativa, “Non c’è più tempo”, era stata accompagnata anche da una giornata di astensione dalle udienze.

La situazione delle carceri da allora è drammaticamente peggiorata. Quasi 50 detenuti si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno.
Purtroppo. Dobbiamo evitare a tutti i costi che il 2024 passi alla storia come l’anno record dei suicidi nelle carceri. Speriamo in misure urgenti. Il detenuto deve essere trattato con umanità.

Che provvedimenti ipotizza?
Sicuramente è necessario un aumento delle telefonate. Un provvedimento da fare subito, come ai tempi del Covid. E poi un ragionamento complessivo sulla detenzione. Analizzando le statistiche dei suicidi, ad esempio, è emerso che molti di essi avvengono a pochi giorni dalla libertà. L’incognita del “dopo” determinerebbe una angoscia difficile da superare.

Da dove iniziare?
E’ fondamentale abbassare la pressione sul carcere con degli interventi strutturali: più formazione e lavoro, minore affollamento, trasferimento in strutture dedicate di tutte quelle persone che in galera non avrebbero mai dovuto entrarci, a partire dai tossicodipendenti e dai malati psichiatrici. Ci dimentichiamo spesso che fra i reclusi ci sono tantissime persone affette da problemi psichiatrici. Un elemento che sta trasformando le carceri nei nuovi manicomi. Secondo gli ultimi dati disponibili circa il 15 percento della popolazione carceraria è affetta da turbe psichiche che rendono incompatibile la loro detenzione.

È favorevole alla proposta Giachetti sulla liberazione anticipata?
Sulla questione si esprimerà il gruppo di Forza Italia alla Camera che ha il testo all’Ordine del giorno. Ho visto che sono favorevoli.