Israele invade il Libano e l’Iran lancia missili verso Tel Aviv: rischio escalation in Medio Oriente

RMAG news

Abbondantemente annunciato, l’attacco che potrebbe stravolgere per sempre il Medioriente e forse il mondo intero, è infine arrivato. “Poco fa missili sono stati lanciati dall’Iran verso lo Stato di Israele”. ha fatto sapere l’esercito israeliano dando istruzioni alla popolazione di seguire con precisione le istruzioni del fronte interno. “Entrate immediatamente nei rifugi non appena sentite le sirene”, recitava l’allarme dell’Idf. I primi report parlano di una controffensiva massiccia, sarebbero state lanciate in prima battuta contro Israele centinaia di testate. Un edificio nel Nord di Tel Aviv sarebbe stato colpito e danneggiato. Lo riporta Ynet senza fornire ulteriori dettagli.

I pasdaran dopo l’attacco tuonano: «Attacco in risposta all’uccisione di Nasrallah e Haniyeh, se Israele risponderà subirà colpi devastanti, non osino rispondere». Meloni convoca un vertice urgente a Palazzo Chigi Gli aggettivi diminutivi si sprecano. Piccoli raid. Incursioni limitate. Tutto per “tranquillizzare” l’ignava comunità internazionale e dare un contentino all’Amleto di Washington, al secolo Joe Biden, La realtà è che uno Stato sovrano, il Libano, è stato invaso da uno Stato confinante, Israele. E che l’Iran ha risposto alla forza con la forza. La 98ma Divisione dell’esercito israeliano (Idf) ha iniziato le «operazioni mirate, limitate e localizzate nel Libano meridionale… dopo aver operato per molti mesi nella Striscia di Gaza»: lo rende noto l’Idf su Telegram. «Nelle ultime settimane, i soldati della 98ma Divisione, inclusi i soldati dei Paracadutisti, del Commando e della 7ma Brigata, si sono preparati per operazioni mirate, limitate e localizzate nel Libano meridionale, che sono iniziate ieri sera (lunedì) – si legge in un comunicato -. In queste settimane sono stati approvati i piani e i soldati si sono addestrati nell’arena settentrionale».

L’ordine di evacuazione, pubblicato sul social X da Avichay Adraee, portavoce arabo dell’esercito israeliano, si rivolge a circa 20 comunità nel sud del Libano e ordina alle persone di evacuare a nord del fiume Awali, a circa 60 chilometri dal confine con Israele. Si tratta di una distanza maggiore rispetto al fiume Litani, che segna il confine settentrionale di una zona cuscinetto dichiarata dalle Nazioni Unite dopo la guerra del 2006. Il fiume Litani dista 30 chilometri dal confine, l’esercito libanese ha evacuato i posti di osservazione al confine meridionale con Israele e si è trasferito nelle caserme in preparazione dell’offensiva di terra.. “Al momento non ci sono combattimenti diretti” con Hezbollah. Lo ha indicato il portavoce delle Forze di difesa israeliane, Daniel Hagari, nel corso di un punto stampa. Hagari, tuttavia, ha assicurato che le Idf sono “pronte a combattere” contro l’organizzazione libanese, sottolineando che i militari non entreranno a Beirut o in altre città del sud del Libano. “Questo è un raid, un raid esteso” e “lo faremo il più velocemente possibile, elimineremo la minaccia”, ha aggiunto Hagari, che si è detto convinto che “respingeremo Hezbollah dal confine”.

«Qualsiasi incursione in Libano viola la sovranità e l’integrità territoriale libanese e viola la risoluzione 1701». Lo scrive in una nota Unifil, precisando che «nonostante questo pericoloso sviluppo – ovvero l’inizio delle operazioni di terra delle Idf nel Paese dei cedri – le forze di peacekeeping rimangono in posizione». «Abbiamo piani di emergenza pronti da attivare se assolutamente necessario», ha precisato l’Unifil, che esorta le parti a «fare un passo indietro» ed evitare un’escalation che «porterà solo più violenza e più spargimento di sangue». «I civili devono essere protetti, le infrastrutture civili non devono essere prese di mira e il diritto internazionale deve essere rispettato», ha concluso la missione Onu, esortando le parti a rispettare le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e la 1701 «come unica soluzione praticabile per riportare la stabilità in questa regione».

Sono più di mille le persone che sono state uccise in Libano da quando Israele ha deciso di lanciare attacchi contro obiettivi di Hezbollah. Lo riferisce il ministero della Sanità di Beirut che, nel suo ultimo bilancio, parla di circa 95 persone che sono state uccise e 172 ferite negli attacchi aerei israeliani in Libano di lunedì. Potrebbero essere fino a un milione le persone sfollate, scrive la Bbc. Tutto questo in attesa di un attacco iraniano. L’Iran ha informato le «parti internazionali» della portata e della tempistica del suo attacco a Israele, che gli Usa ritengono sia imminente. Lo ha riferito un funzionario della Difesa Usa a Sky News Arabia. Secondo quanto reso noto da Barak Ravid, citando una fonte occidentale, Teheran intende usare missili balistici che possono raggiungere obiettivi entro 12 minuti, e non con droni o missili da crociera che impiegano più tempo. L’attacco iraniano a Israele potrebbe essere “su vasta scala”. Lo ha affermato il portavoce delle forze armate israeliane, Daniel Hagari, commentando dopo che gli Usa hanno avvertito che lo ritengono imminente. “Stiamo seguendo seriamente la minaccia. Chiediamo al pubblico di seguire le linee guida del Comando del Fronte Interno”, ha assicurato Hagari, esortando la popolazione a seguire le indicazioni dell’Idf. “Quando suona una sirena, vi viene chiesto di entrare in un’area protetta e di rimanerci finche’ non vi avvisiamo diversamente”.

Missili e terrore. I servizi di emergenza stanno rispondendo alle segnalazioni di una sparatoria con otto vittime a Giaffa, nel sud di Tel Aviv. I fatti sono avvenuti a Jerusalem Street. La polizia – scrive il Times of Israel – afferma che la sparatoria a Giaffa è un sospetto attacco terroristico. Un uomo – riferisce il quotidiano israeliano Haaretz – ha aperto il fuoco contro le persone in attesa in una stazione della metropolitana leggera a Giaffa, ferendo almeno cinque persone. I feriti sarebbero una decina, alcuni in gravissime condizioni. Il Medio Oriente esplode. Non è un rischio. Ormai è realtà.

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