Attacco a sud di Beirut, la capitale del Libano. Israele colpisce, mira a eliminare un comandante di Hezbollah a pochi giorni dall’attacco che a Majdal Shams, cittadina sulle alture del Golan contese ma occupate da decenni da Israele, aveva ucciso dodici tra bambini e ragazzi. Ancora da accertare le stime dell’attacco e se questo sia stato condotto con un aereo o con un drone.
L’attacco è stato compiuto nel quartiere Haret Hreik, perferia a sud della capitale, dove si trova la sede del Consiglio della Shura di Hezbollah. Secondo l’agenzia di stampa nazionale libanese è crollato parzialmente un edificio nei pressi di un ospedale. Almeno una vittima, secondo la stessa agenzia, e diversi feriti tra cui alcuni in gravi condizioni.
Stando a quanto riportato da Reuters e AFP, l’obiettivo dell’attacco potrebbe essere stato Muhsin Shukr, anche conosciuto come Fuad Shukr, tra i principali collaboratori del segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Secondo Lebanon 24 sarebbe sopravvissuto, secondo Al Arabiya e al Adht sarebbe morto. Israele ritiene Mushin Shukr come il responsabile dell’attacco a Majdal Shams.
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, sul social X, poco dopo l’operazione ha scritto che con la strage di Majdal Shams “Hezbollah ha oltrepassato la linea rossa”. Il “Partito di dio”, sciita alleato dell’Iran e di Hamas, per la prima volta tuttavia non aveva rivendicato l’attacco. L’attacco a Beirut alza ancora di più l’allerta: cancellerie e comunità internazionale avevano lanciato diversi appelli nei giorni scorsi per scongiurare l’eventualità di una guerra aperta tra Israele ed Hezbollah.
La tensione al confine è sempre stata alta, dagli attacchi di Hamas dello scorso 7 ottobre che hanno scatenato la nuova guerra in Medio Oriente gli scambi di artiglieria sono stati praticamente quotidiani. Una guerra aperta, diretta, disegnerebbe uno scenario oltremodo nefasto – Hezbollah è molto più organizzato di Hamas e direttamente collegato a Teheran – mentre nella Striscia di Gaza continua la strage.
