Israele, schiaffo dalla Corte dell’Aia: le colonie in Cisgiordania violano il diritto internazionale

RMAG news

La Corte internazionale di giustizia, il più importante tribunale delle Nazioni Unite, ha stabilito con una “sentenza” emessa venerdì 19 luglio che le colonie israeliane in Cisgiordania, nei territori che formalmente dovrebbero essere governati dall’Anp, l’Autorità nazionale palestinese nata nel 1993 in seguito agli accordi di pace di Oslo tra l’Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina) e Israele, violano il diritto internazionale.

Il verdetto dei 15 giudici della Corte non è vincolante dal punto di vista giuridico, ma ha un valore storico e politico: è la prima volta che il più importante tribunale dell’Onu si pronuncia sul tema, a dir poco esplosivo visto il contesto nel Medio Oriente dal 7 ottobre ad oggi, con gli attentati di Hamas in Israele e la reazione dello Stato ebraico che ha provocato oltre 35mila morti nella Striscia di Gaza.

Il “parere” della Corte dell’Aia

Secondo i giudici dell’Aia “il trasferimento di coloni in Cisgiordania e a Gerusalemme da parte di Israele, e il mantenimento della loro presenza da parte di Israele, sono contrari all’articolo 49 della Quarta Convenzione di Ginevra”, che assieme ad altre tre convenzioni forma la base del diritto internazionale umanitario. I giudici hanno inoltre stabilito che Israele deve risarcire i danni causati dall’occupazione dei territori palestinesi e ha l’obbligo di porre fine alla propria presenza, evacuando i coloni.

Il parere della Corte arrivato oggi non deriva da ricorsi/richieste pervenute a seguito del 7 ottobre: l’interessamento della Corte era stato infatti formalmente richiesto dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con una risoluzione approvata a dicembre del 2022, ben prima dello scoppiare della guerra.

La “sentenza” della Corte internazionale di giustizia potrebbe aumentare le pressioni politiche su Israele e soprattutto sul governo di Benjamin Netanyahu, il più a destra nella storia dello Stato ebraico e “ostaggio” dei partiti ultraortodossi di estrema destra che esprimono i ministri Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir.

Le reazioni in Israele

La prime reazioni dei due ministri è stata però di segno opposto: entrambi hanno rilasciato dichiarazioni in cui chiedono al governo di annettere ampie zone della Cisgiordania in risposta alla sentenza della Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite. Ben Gvir in particolare ha definito la Corte “un’organizzazione nettamente antisemita e politica. Non accetteremo prediche morali da parte loro, è giunto il momento per la governance e la sovranità“.

Non è da meno lo stesso Netanyahu, con parole che sembrano uscire dal leader di uno Stato teocratico. Il premier facendo riferimento al popolo ebraico ha spiegato che “non è conquistatore nella propria terra, né nella nostra eterna capitale Gerusalemme, né nella terra dei nostri antenati in Giudea e Samaria”.

Nessuna falsa decisione dell’Aia – ha aggiunto – distorcerà questa verità storica, così come non si può contestare la legalità dell’insediamento israeliano in tutti i territori della nostra patria”.

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