Napoli, proiettile rimbalza sulla finestra e finisce nella testa di un ragazzo

Napoli, proiettile rimbalza sulla finestra e finisce nella testa di un ragazzo

Il Quotidiano del Sud
Napoli, proiettile rimbalza sulla finestra e finisce nella testa di un ragazzo

Un proiettile vagante ha colpito la testa di un ragazzino a Materdei di Napoli mentre si trovava nella sua camera da letto, il ragazzo è miracolosamente illeso.

NAPOLI- C’è sconcerto a Materdei, quartiere di Napoli dove ieri sera, 19 maggio 2024, un proiettile vagante è finito sulla testa di un ragazzino mentre questo era nella sua camera da letto. A colpire il ragazzo è stata l’ogiva, ossia la parte anteriore del proiettile, e fortunatamente il malcapitato non ha riportato alcun danno.
A denunciare l’accaduto il padre del ragazzino. Sembra che il ragazzo domenica sera si trovava nella sua stanza, quando ha sentito un rumore forte proveniente dalla finestra. Andando a controllare, ha trovato un oggetto metallico per terra. Solo dopo averlo raccolto si è accorto che si trattava della punta di un proiettile.

Preoccupato, il ragazzo ha mostrato l’ogiva al padre che, a sua volta, ha denunciato l’accaduto ai Carabinieri della stazione Stella. I militari, giunti sul posto, hanno effettuato un sopralluogo e hanno confermato che il proiettile ha effettivamente colpito il vetro della finestra della camera da letto del ragazzino.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, il proiettile, dopo aver colpito il vetro, sarebbe rimbalzato sulla testa del ragazzo, per poi cadere a terra fortunatamente senza causargli alcun danno.

LE REAZIONI SUL PROIETTILE VAGANTE CHE A NAPOLI HA COLPITO ALLA TESTA IL RAGAZZO

«Ancora paura e pallottole vaganti a Napoli». Denunciano il deputato dell’Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli e il consigliere municipale Luca Bonetti ai quali il cittadino che si è ritrovato in casa la pallottola sembra essersi rivolto. «Sono dei pazzi che sparano all’impazzata ad altezza d’uomo – hanno sottolineato Borrelli e Bonetti – e nelle finestre rischiando di ammazzare qualcuno. Tanto la vita umana per questi individui vale meno di zero ed agiscono guidati soltanto dall’istinto primordiale, un istinto da belva. La situazione diventa ogni giorno sempre più allarmante. Questo modus operandi criminale, privo di qualsiasi logica e strategia, è molto più pericoloso della pressione esercitata dai clan storici. In questi quartieri – hanno concluso Borrelli e Bonetti- serve la presenza fissa e continua di pattuglie e divise. Così era stato promesso dal governo. Dove sono?».

Il Quotidiano del Sud.
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