Omicidio di Giulia Cecchettin, a Turetta la Procura contesta l’omicidio premeditato: rischia l’ergastolo

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Filippo Turetta, l’ex fidanzato di Giulia Cecchettin in carcere a Verona e accusato dell’omicidio della 22enne studentessa universitaria di Padova, è prossimo al processo.

L’inchiesta sul femminicidio di Giulia è ormai chiusa e la Procura di Venezia, titolare del fascicolo, si appresta a chiederne il rinvio a giudizio.

Il capo di imputazione di Turetta

Il capo di imputazione nei confronti del 22enne, reo confesso dell’omicidio dell’ex fidanzata, arrestato il 18 novembre scorso in Germania dove aveva provato a scappare, è lungo e “complesso”.

Come riferito in una conferenza stampa dal procuratore capo Bruno Cherchi, Turetta sarà accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, crudeltà, efferatezza, sequestro di persona, porto d’armi continuato e occultamento di cadavere, ma anche di stalking nei confronti dell’ex fidanzata uccisa a coltellate l’11 novembre del 2023.

Se venisse accertata la premeditazione, secondo quanto contesta la procura, Turetta potrebbe essere condannato all’ergastolo.

Niente rito abbreviato per l’imputato

Turetta che, come spiegato da Cherchi, non potrà percorrere la via del rito abbreviato proprio per il dell’imputazione da omicidio volontario a premeditato. Per la fissazione dell’udienza preliminare, Cherchi ha aggiunto che “ci saranno i tempi tecnici necessari alla difesa per controllare, vedere, compulsare il fascicolo processuale, che è rilevante. Ci sono tutte le consulenze che dovranno essere valutate, anche se sono state fatte con la partecipazione della difesa fin dall’inizio. Fatto questo – ha aggiunto il procuratore di Venezia – penso che i tempi saranno brevi”.

Il processo mediatico contro Turetta

La vicenda di Giulia Cecchettin, che come noto ha suscitato forte indignazione, portando ad un dibattito acceso sul tema del femminidicio e del patriarcato, preoccupa lo stesso procuratore di Venezia per le conseguenze mediatiche sul processo.

Bisogna considerare che in corte d’Assise la giuria è popolare”, ha spiegato infatti Cherchi riferendosi alle possibili pressioni che l’opinione pubblica potrebbe esercitare “anche solo indirettamente”. “Pressioni che possono avere toccato Turetta che ha tutto il diritto di difendersi dalle accuse che gli vengono contestate quando saremo al processo”, ha concluso il procuratore.

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