Perché l’Iran potrebbe attaccare Israele prima di Ferragosto: Medioriente a un passo dalla resa dei conti

RMAG news

In attesa dell’attacco iraniano, a Gaza si continua a morire. Oltre 16.400 bambini sono stati uccisi nella Striscia di Gaza dalle forze israeliane dall’inizio delle ostilità con Hamas: lo riporta Al-Jazeera. Sul totale di 39.897 vittime, ha precisato Hamas, nel corso di 3.486 attacchi sono morti 16.456 bambini e 11.088 donne, mentre si contano 92.152 feriti. In questo scenario di devastazione senza fine, Israele stima che l’Iran e Hezbollah attaccheranno prima del vertice sul cessate il fuoco di giovedì prossimo. Lo riportano i media israeliani. Secondo Haaretz, le autorità di sicurezza sono in stato di massima allerta per un possibile attacco da parte dell’Iran o di Hezbollah, poiché in Israele si stima che, nonostante gli sforzi americani per un vertice volto a proseguire i negoziati per un accordo giovedì, la risposta di Teheran potrebbe arrivare prima.

L’apparato di sicurezza ritiene ancora che l’Iran e Hezbollah non vogliano una guerra più ampia nella regione, e Israele ha affermato che non tollererà danni ai civili, ma all’interno dell’apparato sono in corso molti dibattiti sui diversi scenari e sulle relative risposte, scrive ancora Haaretz. Rispondendo alle segnalazioni sull’argomento, il portavoce dell’Idf Daniel Hagari ha scritto su X che non ci sono cambiamenti nelle linee guida dell’Home front command e che «le forze dell’esercito sono distribuite e preparate, se dovesse sorgere la necessità di cambiare le linee guida, le aggiorneremo». Il capo di Stato maggiore delle Idf, tenente generale Herzi Halevi, ha effettuato una valutazione e approvato i piani per «i diversi fronti». Lo afferma l’esercito in una concisa dichiarazione riportata dal Times of Israel. «Il capo di Stato maggiore ha sottolineato la necessità di proseguire con gli sforzi di elevata prontezza e valutazione per l’attacco e la difesa», afferma l’esercito. All’incontro hanno partecipato il vicecapo di stato maggiore delle Idf, i responsabili delle direzioni di Intelligence e Operazioni, il capo del Comando settentrionale, il capo dell’Aeronautica militare, il capo dell’Home front command e altri alti ufficiali.

Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha ordinato alla portaerei Uss Abraham Lincoln di «accelerare il suo transito» verso il Medio Oriente, dove continuano a crescere i timori di una regionalizzazione della guerra tra Israele e Hamas. Lo ha reso noto il Pentagono. Austin ha ordinato alla flotta guidata dalla Lincoln, che trasporta aerei da combattimento F-35C, di muoversi più velocemente, ha detto il portavoce americano Pat Ryder, di fronte al rischio di un’offensiva su larga scala da parte degli Hezbollah libanesi sostenuti dall’Iran o dalla stessa Teheran contro lo Stato ebraico. Il segretario alla Difesa americano ha anche ordinato lo spiegamento del sottomarino nucleare con missili da crociera Uss Georgia nella stessa area, ha aggiunto Ryder. Austin ha avuto una conversazione con il suo omologo israeliano Yoav Gallant. I due hanno discusso “dell’importanza di ridurre il danno arrecato ai civili, di procedere verso la conclusione di un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi detenuti” nella Striscia di Gaza, nonché di scoraggiare i gruppi sostenuti dall’Iran ad attaccare. Washington ha annunciato la scorsa settimana il rafforzamento della propria presenza militare in Medio Oriente, dispiegando più navi da guerra e aerei da combattimento. La Uss Abraham Lincoln si unirà nella regione a un’altra portaerei americana, la Uss Theodore Roosevelt.

Il movimento dei sottomarini missilistici statunitensi viene raramente rivelato pubblicamente e le imbarcazioni a propulsione nucleare operano in una segretezza pressoché totale. L’annuncio del movimento di un sottomarino è un chiaro messaggio di deterrenza all’Iran e ai suoi alleati. Regno Unito, Francia e Germania avvertono l’Iran che se attaccherà Israele “si assumerà la responsabilità” dell’escalation nella regione. In una dichiarazione congiunta citata dal Times of Israel, i tre Paesi fanno appello a Teheran invitando la Repubblica islamica a evitare di contribuire alla spirale verso la guerra totale. “Siamo profondamente preoccupati per l’acuirsi delle tensioni nella regione e siamo uniti nel nostro impegno per la riduzione della tensione e la stabilità regionale – scrivono i tre Paesi – In questo contesto, chiediamo all’Iran e ai suoi alleati di astenersi da attacchi che potrebbero ulteriormente intensificare le tensioni regionali e mettere a repentaglio la possibilità di concordare un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi”, continua la dichiarazione, riferendosi ai negoziati per un accordo tra Israele e Hamas, che dovrebbero riprendere nei prossimi giorni. Se l’Iran attaccherà, “si assumerà la responsabilità di azioni che mettono a repentaglio questa opportunità di pace e stabilità. Nessun Paese trarrà vantaggio da un’ulteriore escalation in Medio Oriente”, conclude la dichiarazione. L’Iran e i suoi alleati in Medio Oriente potrebbero lanciare un attacco contro Israele entro le prossime 24 ore. Lo riporta Fox News citando fonti informate. Secondo le stesse fonti i funzionari israeliani credono che si stia raggiungendo “l’ora zero”. Il conto alla rovescia è iniziato.

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