Quali sono le armi date dall’Italia all’Ucraina: il sostegno italiano a Kiev

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Lo scorso febbraio la Camera con 218 voti favorevoli e 42 contrari, ha approvato definitivamente l’ultimo pacchetto di aiuti da parte dell’Italia per l’Ucraina. Il nuovo provvedimento ha prorogato per tutto il 2024 la fornitura di armamenti a Kiev. Allo Stato Maggiore della Difesa, il compito di stilare l’elenco – classificato e quindi non pubblico – di mezzi, armi e munizioni destinati all’esercito ucraino. Tuttavia, non è un mistero che Roma, oltre ad aiuti economici, ha inviato in Ucraina elmetti e giubbotti, munizioni di diverso calibro, sistemi anticarro (Panzerfaust) e antiaereo (Stinger), mortai, lanciarazzi (Milan), mitragliatrici leggere e pesanti (MG 42/59), mezzi Lince, artiglieria trainata (Fh70) e semoventi (Pzh2000).

Quali sono le armi date dall’Italia all’Ucraina

Tranne gli ultimi tre, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, si è trattato di forniture non più utilizzate dall’Italia. L’ultimo pacchetto di aiuti ha previsto l’invio anche di tute, maschere protettive, kit per rendere potabile l’acqua, munizioni, veicoli, obici, lanciamissili, mitragliatrici e armi leggere. E proprio rispetto a questi ultimi armamenti, in particolare quelli utili alla difesa aerea, il governo italiano si è mosso in sintonia con gli alleati. Così Kiev ha iniziato ad ottenere sistemi missilistici e di difesa aerea (come i Patriot). Di questa categoria fanno parte gli anticarro e i Samp-T. In merito, l’Italia è stata e sarà disponibile a fornire i primi (il modello israeliano Spike), mentre ha difficoltà a consegnare i secondi. Tuttavia, un sistema Samp-T (dispositivo capace di difendere una città interra dai raid aerei) è stato già dato all’Ucraina. In totale Roma ne ha 4: uno è a Kiev, uno è in Medio Oriente, uno è di ritorno dalla Slovacchia e dovrà essere sottoposto a manutenzione, l’ultimo è a disposizione del governo italiano.

Sistemi missilistici e di difesa aerea

È al momento impossibile liberarsene, restando dunque ‘indifesi’. Come riportato da La Repubblica, è anche complesso commissionarne di nuovi. Oltre ai costi, per costruire e mettere in funzione un sistema Samp-T, sono necessari tre anni. Ma è emerso che l’Italia ha fornito dei ‘super missili’ all’esercito ucraino. Il governo di Zelensky potrà contare sugli Storm Shadow: ordigni che viaggiano a velocità subsonica, fino a 250 chilometri di distanza e da costo di 2.5 milioni di euro ciascuno. Insomma, sono strumenti d’attacco forti e potenti che potrebbero cambiare gli equilibri sul campo di battaglia. Kiev potrebbe usarli per attaccare obiettivi strategici in Crimea, nei territori occupati o addirittura nelle zone russe. A rivelarlo è stato il Ministro della Difesa inglese, Grant Shapps. Da Palazzo Chigi non sono arrivate né conferme, né smentite.

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