Sanità, la grande sofferenza dei reparti di Pediatria in Calabria

Sanità, la grande sofferenza dei reparti di Pediatria in Calabria

Il Quotidiano del Sud
Sanità, la grande sofferenza dei reparti di Pediatria in Calabria

CROTONE – «Noi in questo momento stiamo vivendo una grande difficoltà che è legata alla carenza del personale; e questo è sicuro in tutte i reparti di Pediatria della Calabria. Soprattutto nelle pediatrie degli ospedali spoke ed ancora di più nelle strutture di neonatologia. In questo momento tutte le pediatrie, ribadisco, stanno soffrendo, così come stanno soffrendo le pediatrie italiane».

E’ quanto sostiene sulla Calabria la dottoressa Stefania Zampogna, dal suo osservatorio privilegiato, come presidente nazionale della Simeup e responsabile del reparto di Pediatria all’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone. A suo dire «c’è sicuramente una fuga dagli ospedali proprio a causa, probabilmente, anche di una maggiore responsabilità medico-legale, di turni, tra virgolette, che vengono definiti massacranti. Così, naturalmente, i colleghi pediatri preferiscono probabilmente scegliere delle situazioni da un lato confortevoli che possano conciliare meglio probabilmente con lo stile di vita e quindi magari evitare le notti, evitare i festivi. Le strutture ospedaliere, purtroppo, mettono sotto pressione, naturalmente non solo i pediatri, ma tutti i medici e questo lo stiamo vedendo anche nel campo dell’emergenza, dove, appunto, si ha difficoltà proprio ad avere dei medici che possano lavorare nell’ambito del pronto soccorso».

La dottoressa Stefania Zampogna, presidente nazionale Simeup e responsabile del reparto di Pediatria dell’ospedale di Crotone

Ritornando in ambito pediatrico, per la dottoressa Zampogna «io, come presidente nazionale Simeup, quello che posso dirle è che stiamo lavorando per poter gratificare il più possibile il ruolo del pediatra e, soprattutto, il ruolo del pediatra di pronto soccorso. Quando dico gratificarlo – aggiunge – non mi riferisco soltanto dal punto di vista economico, ma la gratificazione deve essere soprattutto dal punto di vista professionale, perché, sicuramente, è una figura che a 360 gradi riesce a coprire tutte quelle che sono le necessità poi sostanzialmente delle famiglie. Perché il pediatra di pronto soccorso riesce ad essere pediatra ospedaliero, perché svolge un’attività di consulenza, di pronto soccorso 24 ore su 24. Riesce ad essere pediatra universitario, perché comunque svolge anche attività scientifica; ed anche pediatra di famiglia, perché è capace di intercettare proprio lì nell’ambito del pronto soccorso tutte quelle problematiche che rientrano oggi in una sfera molto complessa che è quella sociale, con riferimento al maltrattamento, all’abuso e a tutte queste situazioni che purtroppo rappresentano oggi veramente per noi un grande peso. Un peso assistenziale, ma anche sociale, per cui sicuramente sono delle figure che oggi vanno gratificate, vanno valorizzate, io direi, il più possibile. Quindi, non soltanto dal punto di vista assistenziale, ma anche da quello formativo; e come società scientifica noi stiamo lavorando tanto proprio per migliorare proprio quella che è l’attività formativa del pediatra e soprattutto dei giovani pediatri».

Sollecitata, poi, sull’esistenza di un’emergenza ancora derivante dal Covid, la dottoressa Zampogna ha così risposto: «L’emergenza Covid, ovviamente, ha creato una tempesta sanitaria in tutto il Paese Italia, quindi non soltanto in Calabria: quello che sicuramente abbiamo potuto osservare è che c’è stato un aumento degli accessi in pronto soccorso, sia in Pediatria che generali. Ma quello che è ancora più importante da sottolineare è quanto ci dicono le evidenze scientifiche e noi ne abbiamo testimonianza: è che gli accessi sono aumentati proprio nella fase post Covid. Per esempio – ha continuato – molti bambini giungono ora alla nostra osservazione; iniziano a diradarsi, sebbene un mese e mezzo fa abbiamo avuto una brutta miocardite post Covid. Giungono, appunto, con un dolore toracico che è uno di quei sintomi che più frequentemente presentano; oppure stati di ansia, stati depressivi. Insomma dal punto di vista anche psicologico la sfera neuropsichiatrica ha comportato sicuramente grossi problemi nell’epoca post Covid».

Il Quotidiano del Sud.
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