Schlein si scaglia contro la Nato: “L’Europa deve cercare la pace”

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L’Europa divisa. Tra le fughe in avanti di Macron, le frenate di Orban, i distinguo di Meloni. Il segretario Nato interventista “calmierato” e criticato da partner dell’Alleanza. L’Occidente in ordine sparso sul fronte ucraino.

«Consiglio a Stoltenberg maggiore prudenza». Giorgia Meloni, con queste parole, ribadisce la posizione dell’Italia sul dossier Ucraina: il governo resta impegnato al fianco di Kiev contro l’aggressione russa, ma vuole scongiurare un’escalation, perché la Nato non è in guerra con Mosca.

Al contrario, l’appello del segretario generale a consentire agli ucraini l’uso delle armi occidentali per colpire oltreconfine rischia di andare nella direzione opposta al principale obiettivo: «Raggiungere la pace».

Sul fronte opposto torna invece a reiterare minacce il falco Dmitry Medvedev, evocando una “guerra mondiale” nel caso di un maggiore coinvolgimento degli alleati dell’Ucraina.

«La Nato è direttamente coinvolta nel conflitto in Ucraina, e sta aumentando il livello dell’escalation», lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, dopo le dichiarazioni del segretario generale Jens Stoltenberg sull’uso da parte di Kiev di missili forniti da Paesi dell’Alleanza per colpire il territorio russo.

Lo riferisce l’agenzia Ria Novosti. Jens Stoltenberg, “ha oltrepassato i suoi poteri” di segretario generale della Nato parlando del diritto dell’Ucraina di colpire obiettivi sul territorio russo con le armi fornite dai Paesi occidentali, gli fa eco il ministro russo degli Esteri, Serghey Lavrov.

In Ucraina «nessuno ha mai pensato di intervenire». Era una guerra «in cui aiutavamo un popolo a difendersi, a respingere l’invasore dai territori che aveva conquistato, per ripristinare i confini che esistevano prima. Questi sono gli obiettivi con cui ci siamo mossi in Ucraina. E vorrei che lo facessimo in modo compatto, contestualmente cercando di aprire un dialogo e chiedendo a Putin che almeno un giorno – un giorno – la smetta di bombardare».

Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a Palazzo Reale ospite di ‘Sky TG24 Live In’. «Lo scopo di Putin non è andare a liberare le zone russofone ma conquistare l’Ucraina» e «semmai arrivasse a Kiev» saremmo «sull’orlo di una terza guerra mondiale», ha aggiunto il ministro sottolineando che ci sono” nazioni europee che fanno parte della Nato che mai potrebbero accettare la Russia ai loro confini”.

“Stoltenberg ipotizza che l’Ucraina possa usare le armi della Nato? Noi siamo per sostenere il diritto di Kiev a difendersi dall’invasione criminale di Putin che sta bombardando senza scrupoli obiettivi civili in Ucraina.  Ma questo non può e non deve tradursi, come è sempre stato chiaro, in un ingresso diretto dell’Ue in guerra con la Russia. L’Ue deve avere una sua autonomia strategica e lo sforzo deve essere tutto orientato a sostenere la conferenza di pace in Svizzera di metà giugno, non a creare ulteriori escalation”. Così in una intervista al Corriere della Sera la segretaria del Pd Elly Schlein.

Intanto, «Il numero delle persone uccise in seguito all’attacco sabato scorso all’ipermercato a Kharkiv è salito a 18, mentre le persone ferite sono 48». Lo ha reso noto il capo dell’amministrazione militare regionale, Oleg Sinegubov, scrive l’Ukrainska Pravda. Al momento «i dispersi sono cinque».

Lo stato maggiore delle forze armate ucraine ha riferito nel suo aggiornamento quotidiano sulla situazione al fronte che «il maggior numero di combattimenti odierni si sta svolgendo nel settore di Pokrovsk» con «le forze di difesa che stanno respingendo con successo l’assalto degli invasori russi e stanno attuando misure attive in alcune aree».

La stessa fonte ha precisato che «dall’inizio della giornata il numero degli attacchi nemici nel settore di Pokrovsk è salito a otto», mentre «nel settore di Kharkiv, l’esercito russo continua a dirigere le operazioni d’assalto verso Lyptsi». Si «combatte anche nella zona di Vovchansk» dove in totale, «il nemico, con il supporto degli aerei, ha effettuato cinque attacchi».