Sviluppo, ora il Sud cambia marcia

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Il Quotidiano del Sud
Sviluppo, ora il Sud cambia marcia

L’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, a 28 anni dalla legge che lo ha stabilito, può essere un nuovo modello di sviluppo per il Sud

A VENTOTTO anni dalla legge 109/96 avanza in silenzio una comunità alternativa a quella mafiosa, che lavora e si impegna a realizzare un nuovo modello di sviluppo territoriale, soprattutto al Sud. Secondo i numeri di un dossier reso noto da Libera, si è registrato un aumento dei soggetti nella gestione beni immobili confiscati alla criminalità organizzata: 1065, +7,4% rispetto lo scorso anno. Aumentano anche i Comuni 383 (lo scorso anno erano 359), e Sicilia, Campania, Calabria e Lombardia sono le regioni con il maggior numero di realtà sociali assegnatarie. Sono 22.548 i beni immobili destinati con incremento del 14% e crescono le aziende destinate +77% rispetto lo scorso anno.

Dai dati raccolti da Libera emerge che più della metà delle realtà sociali è costituita da associazioni di diversa tipologia (563) mentre le cooperative sociali sono 232; a queste si aggiungono 5 cooperative di lavoro. Tra gli altri soggetti gestori del terzo settore, ci sono 14 associazioni sportive dilettantistiche, 31 enti pubblici (tra cui aziende sanitarie, enti parco e consorzi di Comuni che offrono dei servizi di welfare sussidiario dati in gestione a soggetti del terzo settore), 39 associazioni temporanee di scopo o reti di associazioni, 62 realtà del mondo religioso (diocesi, parrocchie e Caritas), 33 fondazioni private e di comunità, 18 gruppi dello scautismo e infine 31 istituti scolastici di diverso ordine e grado. Nel censimento non sono compresi i beni immobili riutilizzati direttamente per finalità istituzionali dalle amministrazioni statali e locali. Nel 56,8% le attività svolte nei beni confiscati riguardano attività di welfare e politiche sociali, nel 25,6% promozione culturale e turismo sostenibile, il 10% in attività legate all’agricoltura e ambiente. La Regione con il maggior numero di realtà sociali che gestiscono beni confiscati alle mafie è la Sicilia con 285 soggetti gestori, segue la Campania 170, la Calabria con 149, la Lombardia con 151.

Libera ha elaborato i dati dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (al 22 febbraio 2024) dove sono 22.548 i beni immobili (particelle catastali) mentre sono in totale 19.871 gli immobili in attesa di essere destinati. Sono invece 3.126 le aziende destinate (+77% rispetto al 2023) mentre sono 1.764 quelle ancora in gestione. In Sicilia sono 7.727 i beni immobili (particelle catastali) destinati mentre sono 8656 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati. Segue la Calabria con 3.137 i beni immobili (particelle catastali) destinati mentre sono 1880 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati e Campania con 3106 beni immobili (particelle catastali) destinati mentre sono 3416 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati.

Nel Nord Italia spicca la Lombardia con 1590 beni immobili (particelle catastali) destinati mentre sono 1552 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati. Cambia di poco la geografia regionale sul fronte delle aziende. In Sicilia sono 551 le aziende destinate mentre sono 913 quelle ancora in gestione. Segue la Campania con 330 aziende destinate mentre sono 669 quelle ancora in gestione e Lazio con 259 aziende destinate mentre sono 449 quelle ancora in gestione. Nei giorni scorsi, nell’ambito delle attività finalizzate alla destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, si è tenuta una conferenza di servizi per acquisire l’interesse da parte degli enti territoriali e delle amministrazioni statali delle regioni Calabria, Puglia e Sicilia, in particolare Messina, Catania, Caltanissetta e Siracusa (Sicilia orientale). L’Agenzia ha presentato 250 beni, comprensivi di appartamenti, ville, garage, fabbricati commerciali e rurali, nonché terreni agricoli, di cui 95 in Calabria, 61 in Puglia e 94 nella Sicilia orientale, per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro. Di questi, 191 hanno riscosso l’interesse dei partecipanti: 65 in Calabria, 54 in Puglia e 72 in Sicilia, per un valore di oltre 7 milioni e 700mila euro.

«Si tratta di una percentuale molto alta – ha spiegato il Sottosegretario all’Interno Wanda Ferro, che ha delega alle materie di competenza dell’Agenzia per i beni confiscati – essendo state acquisite disponibilità per il 76 per cento dei beni proposti. Ringrazio i rappresentanti degli enti locali che hanno manifestato la volontà di acquisire i beni al proprio patrimonio per riutilizzarli per finalità sociali o istituzionali. C’è un grande gioco di squadra tra tutte le istituzioni, che dimostra anche la fiducia nel lavoro che sta facendo il governo Meloni rispetto all’attività diretta alla restituzione alle comunità dei beni sottratti alla criminalità organizzata. Un lavoro che ha un valore importante non solo perché consente di colpire le cosche aggredendone i patrimoni, ma anche perché afferma con una forte potenza simbolica la vittoria dello Stato, trasformando le espressioni del potere mafioso sul territorio in luoghi di partecipazione civile, di inclusione sociale e di solidarietà, ma anche in opportunità di lavoro e di crescita sociale». Una volta acquisite, le manifestazioni di interesse, corredate dall’indicazione di un progetto di massima sull’utilizzo dei beni opzionati, saranno vagliate dal consiglio direttivo, che provvederà alla destinazione dei beni.

CONTRASTO ALLE DIPENDENZE

Nei giorni scorsi al Viminale, alla presenza del Sottosegretario all’Interno con delega ai beni confiscati, Wanda Ferro, è stata firmata dal Direttore dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc), il prefetto Bruno Corda, la convenzione per l’assegnazione diretta ad un ente del Terzo settore di un bene confiscato alla criminalità organizzata situato a Roma nella centrale via XX Settembre. Il bene è stato assegnato all’Ats costituita dalla MO.D.A.V.I. APS-RA, capofila, e dall’Associazione Valentia Aps, mandante, all’esito di un avviso pubblico indetto dall’Agenzia che ne prevedeva la destinazione a centro di ascolto, supporto e orientamento per il contrasto alle dipendenze patologiche. Il progetto proposto dall’Ats dal titolo “Sfera: sostegno psicologico e informazione” condurrà alla realizzazione di un percorso strutturato di informazione, prevenzione e contrasto alle dipendenze (alcol, droga e ludopatia).

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