Perché Ilaria Salis è libera, l’elezione e i tempi per la scarcerazione

RMAG news

Ilaria Salis è deputata europea. È ancora lì in Ungheria ai domiciliari, dopo quasi un anno e mezzo in una prigione fetida, ha ancora il braccialetto elettronico stretto alla caviglia, ma dicono che sia felice.

Non era sicurissima di farcela e sapeva bene che se non veniva eletta per lei era la fine. Sarebbe scattata la vendetta ungherese e nessuno avrebbe potuto proteggerla.

Lei è accusata di avere picchiato con un manganello un nazista ungherese che inneggiava alle SS. Lei dice che non è vero, che non lo ha picchiato. È una ragazza gracile, difficile che possa avere assalito e sopraffatto dei colossi nazisti.

Però la giustizia ungherese le si è scagliata contro e l’ha sbattuta in cella. Ora è in corso il processo e lei rischia dieci o vent’anni di galera. Pura follia.

La lista di Sinistra e Verdi, quella di Fratoianni e Bonelli, è corsa in suo soccorso e l’ha candidata alle elezioni europee. Una volta eletta gode dell’immunità parlamentare e la giustizia ungherese deve lasciarla libera immediatamente.

Perché l’Ungheria fa parte dell’Europa e risponde alle leggi europee. La Salis ha ottenuto un numero altissimo di preferenze. Più di 113 mila solo nella circoscrizione del Nord, poi altre 70 mila nelle isole.

Ieri ad AVS erano felici. Per Ilaria e per il risultato clamoroso della lista. I sondaggi la davano un po’ sopra e un po’ sotto la soglia del 4 per cento. E invece ha sfiorato il 7 per cento. Ha preso il 6,8. Almeno una volta e mezzo i risultati mediamente ottenuti in passato.

E questo nonostante la concorrenza molto pericolosa lanciata a pochi mesi dalle elezioni da un’altra lista di sinistra, guidata da Michele Santoro, che ha conquistato circa il 2,5 per cento dei voti ma non ha avuto, per fortuna, l’effetto collaterale di far saltare il quorum a Fratoianni.

Ora bisognerà vedere da dove vengono i voti in più presi da AVS e che hanno bypassato anche i sondaggi. Dal nome della Salis o dalla politica pacifista di verdi e sinistra?

È probabile che l’elettorato pacifista, che è politicamente molto avveduto, non si sia fidato dell’improvvisazione di Conte e abbia preferito rivolgersi a un partito dalle tradizioni pacifiste solide e antiche. Quel che è certo è che ora verdi e sinistra sono molto di più di un cespuglio.

Sono una formazione politica di tutto rispetto, con una forza superiore a quella che 15 anni fa aveva Rifondazione Comunista al punto più alto della sua parabola. E potranno trattare con il Pd da una posizione molto più forte rispetto al passato.

Noi dell’Unità – che siamo stati i primi a sollevare il caso di Ilaria Salis, grazie agli articoli del nostro Frank Cimini – non solo siamo molto contenti per l’operazione andata in porto – anche perché noi, quando un prigioniero viene liberato e si sottrae alle sopraffazioni della magistratura, esultiamo – ma siamo contenti anche per l’affermazione del partito più coerentemente pacifista e nonviolento.

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