25 aprile, festa della Liberazione dal nazifascismo: cos’è e perché si celebra in Italia, significato e storia

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L’annuncio dei partigiani, una grande mobilitazione, la legge che avrebbe impresso il 25 aprile come Festa Nazionale. Festa della liberazione dal nazifascismo, appuntamento cruciale per la nascita della Repubblica democratica italiana. L’Italia ci arriva quest’anno dopo giorni di polemiche furiose, scatenate in particolare dal caso Scurati, di dibattito puntualmente ri-acceso anche per via del governo Meloni, il governo più a destra nella storia della Repubblica. Il Presidente Sergio Mattarella questa mattina ha deposto una corona di alloro al sacello del Milite ignoto, all’Altare della Patria. Con il Capo dello Stato anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente del Senato Ignazio La Russa, quello della Camera Lorenzo Fontana e quello della Corte costituzionale Augusto Barbera e il ministro della Difesa, Guido Crosetto e le alte cariche militari.

L’occupazione tedesca e fascista non si chiuse in un solo giorno naturalmente, la guerra continuò fino agli inizi di maggio. Si scelse il 25 aprile come Festa della Liberazione, o come “Anniversario della Liberazione d’Italia”. La data venne scelta il 22 aprile del 1946, quando il governo italiano provvisorio guidato da Alcide De Gasperi, l’ultimo del Regno d’Italia, stabilì la commemorazione tramite un decreto. Festa Nazionale. La ricorrenza venne fissata definitivamente con la legge n. 269 del maggio 1949, presentata da De Gasperi in Senato nel settembre 1948.

La mobilitazione del CLN

La data venne scelta perché coincidente con l’inizio della ritirata dei soldati della Germania nazista e dei fascisti della Repubblica di Salò dalle città di Torino e Milano. Il 25 aprile del 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti. Il CLN lanciò un appello a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia che facevano parte del Corpo Volontari della Libertà ad attaccare i presidi fascisti e tedeschi. Le fabbriche furono occupate e presidiate e la tipografia del Corriere della Sera utilizzata per stampare i primi volantini che annunciavano la vittoria e la Liberazione.

L’appello di Sandro Pertini

“Cittadini, lavoratori! – le parole di Sandro Pertini, allora partigiano e futuro presidente della Repubblica – Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire. Il dittatore, duce del fascismo, Benito Mussolini, la sera del 25 aprile lasciò Milano per rifugiarsi a Como. Fu catturato e ucciso il 28 aprile. Lo stesso giorno a Milano si tenne una grande manifestazione, gli statunitensi arrivarono in città il primo maggio.

La Festa della Liberazione all’estero

Non è solo l’Italia a commemorare un simile anniversario, a celebrare la fine della Seconda Guerra Mondiale: Paesi Bassi e Danimarca la festeggiano il 5 maggio, la Norvegia l’8 maggio, la Romania il 23 agosto. L’Etiopia celebra il 5 maggio la festa della Liberazione, in quel caso dall’occupazione italiana, avvenuta nel 1941: forse il più grande rimosso storico nella storia italiana, il colonialismo truce e sanguinario nascosto dall’adagio “italiani brava gente” che per anni ha omesso e minimizzato le violenze e i soprusi delle campagne e delle occupazioni in Africa.

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