Aborto, il Senato approva il decreto Pnrr: via libera ai “Pro Vita” nei consultori

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Passa al Senato con 95 sì, 68 no e un astenuto il decreto che contiene misure aggiuntive per l’applicazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il provvedimento, che aveva già ricevuto il via libera dalla Camera il 18 aprile, diventa così legge. E, nonostante le polemiche dei giorni scorsi, approva anche la norma che dà la possibilità alle Regioni di “avvalersi anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità” all’interno dei consultori.

Via libera ai ‘pro life’ nei consultori

In poche righe si va oltre una previsione già indicata nella 194, la legge sull’interruzione di gravidanza, dove si parla della possibilità per i consultori di fare convenzioni con “idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”. L’articolo ha provocato reazioni sdegnate da parte della politica, a partire da Pd e Cinquestelle, sindacati come la Cgil che oggi era in piazza davanti al Senato per protestare contro la misura, e anche di professionisti e associazioni.

Dalle assunzioni dei medici alla patente a punti nei cantieri: cosa cambia

Il testo del decreto appena approvato è composto da 46 articoli e ha come obiettivo quello di garantire la tempestiva attuazione degli interventi relativi al Piano nazionale di ripresa e resilienza, coerentemente con il relativo ‘cronoprogramma’, anche attraverso il ‘rafforzamento della capacità amministrativa’ delle amministrazioni titolari degli interventi.

Ma cosa cambia? Le novità riguardano l’introduzione della patente a punti per i cantieri, oltre ai limiti ai poteri di Poste nell’ingresso in PagoPa. Facilitate poi le assunzioni degli specializzandi nella sanità e via libera ai “prolife” nei consultori. È con queste novità che il decreto Pnrr quater ottiene il via libera anche al Senato.

Il provvedimento, varato il 26 febbraio dal cdm è una sorta di decreto ‘omnibus’ composto 46 articoli, che va dalle infrastrutture alla giustizia, dalla sanità allo sport. L’obiettivo è quello di imprimere un’accelerazione e una maggior centralizzazione sull’attuazione delle opere, stanziando 25 miliardi di euro di risorse aggiuntive per completare il Piano.

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