Anna Camposantiero, l’italiana espulsa dalla Turchia di Erdogan: colpevole di difendere i curdi

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E’ stata fermata all’aeroporto di Istanbul ed espulsa dalla Turchia Anna Camposantiero, attivista per la difesa della popolazione curda e responsabile esteri di Rifondazione comunista . Era andata lì come osservatrice delle elezioni, invitata dal partito della Sinistra Verde, nato dopo la messa fuori legge della Hdp.

Racconta di essere “arrivata a Istanbul alle 17” ed esser stata “fermata al controllo passaporti, portata in una stanza”. “Mi hanno ritirato il passaporto e il bagaglio. Preso impronte digitali e foto segnaletica. Mi sono rifiutata di firmare un documento di cui non capivo il contenuto e mi sono rifiutata di consegnare il cellulare. Sono stata rinchiusa in una stanza con altre 4 persone in attesa, suppongo, di espulsione. Ho chiesto di parlare con il Consolato italiano e mi è stato risposto che avrei potuto rivolgermi al consolato turco al mio rientro. Una ragazza armena a cui hanno tolto il cellulare ha avuto un attacco di panico ed è scoppiata a piangere. Non c’era nessun mediatore culturale e nessuno che parlasse inglese”.

Nessuno ha dato informazioni su cosa stesse succedendo né a lei né agli altri presenti. La mattina dopo alle 10 l’hanno fatta salire su un aereo diretto, ha saputo solo quand’è salita, ad Orio al Serio (Bergamo). Solo arrivata all’interno dello scalo (su una volante della polizia) ha riavuto il suo passaporto perfettamente valido (scade nel 2027) e la notifica dell’espulsione, contro la quale ricorrerà.

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