Autonomia differenziata: audizioni alla camera di Zaia e Marsilio

Autonomia differenziata: audizioni alla camera di Zaia e Marsilio

Il Quotidiano del Sud
Autonomia differenziata: audizioni alla camera di Zaia e Marsilio

Proseguono le audizioni alla commissione affari costituzionali della camera sullautonomia differenziata, sentiti i governatori Luca Zaia e Marco Marsilio.

«Con i Fondi sviluppo e coesione siete all’82,3 % mentre noi siamo al 103%, Vuol dire che di soldi ve ne danno tanti ma ne spendete pochi. Con il Pnrr al 40% …». «La migrazione sanitaria? Colpa di chi negli anni passati ha gestito male le vostre regioni». Così parlò il presidente del Veneto Luca Zaia, audito ieri pomeriggio alla Camera dalla Commissione Affari costituzionali. Un siparietto che la dice lunga sugli effetti perversi che lo Spacca-Italia produrrà nei mesi a venire. Da una parte i deputati delle regioni meridionali e dell’opposizione – Piero De Luca, Gianni Cuperlo, Alfonso Colucci. Enrica Alfano – dall’altra il pasdaran, governatore che più di tutti si è battuto per l’autonomia differenziata.

Al termine del suo intervento, quando è arrivato il momento di rispondere alle domande, si è sfiorato lo scontro. È stato quando gli è stato fatto notare che la Pedemontana è costata ben 11 miliardi più del previsto, non esattamente un modello di gestione regionale efficiente. Che il reddito pro-capite in Veneto è di 19mila euro contro i 13 mila della Campania. Che l’aspettativa di vita nelle regioni del Mezzogiorno è decisamente più bassa che al Nord. Per non parlare della sanità passiva, dei viaggi della speranza, della lunghezza delle liste di attesa. Ma anche di come la frammentazione degli ordinamenti giuridici regionali potrà favorire le imprese, a partire da quelle venete.

Domande alle quali è difficile rispondere se il vero obiettivo è un altro. E infatti Zaia ha preferito circumnavigare, iniziare con le rivendicazioni e ringraziamenti al ministro Calderoli – seduto accanto al presidente della Commissione Nazario Pagano – e al governo. «Rappresento una regione che negli ultimi 30 anni ha tentato più volte di portare avanti il tema dell’autonomia», ha esordito il «doge». (Qualcuno più avanti gli avrebbe però ricordato che la Lega votò contro la modifica del Titolo V della Costituzione. Ma non divaghiamo, questo è un altro discorso).

«Stiamo valutando una proposta di legge che ha avuto una vigorosa fase emendativa», ha proseguito Zaia, citando nell’ordine gli ex presidenti della Repubblica Giorgio Napolitano e Luigi Einaudi, entrambi a favore del federalismo «per dare adempimento alla Costituzione». Ha ricordato la legge referendaria, i 2 milioni e 300 mila veneti che andarono a votare raggiungendo il quorum dopo la pronuncia della Consulta. Federalismo non vuol dire per Zaia «secessione dei ricchi». «Ma questa non è una secessione – lui ha messo le mani avanti aia – non è qualcosa che facciamo notte tempo, non siamo la Banda Bassotti, non è un atto di egoismo ma una grande occasione per il Paese, l’opportunità di un nuovo Rinascimento».  

La comparazione con i lander tedeschi – che hanno un contesto costituzionale molto diverso dalle nostre regioni e sono federati tra loro – è stata contestata da più membri della commissione .

La seduta di ieri, semmai ve ne fosse bisogno, ha confermato insomma quanto questa legge possa risultare divisiva. Sia pure con alcune rassicurazioni. «Noi vogliamo essere parte di questo processo – ha precisato il governatore veneto – non ci scandalizziamo davanti a proposte che non sono proprio nelle nostre corde, la nostra non è un’idea barricadera che va contro l’unità nazionale».

AUTONOMIA DIFFERENZIATA: NELLE AUDIZIONI PRIMA DI ZAIA È STATO SENTITO MARCO MARSILIO

Prima di Zaia è intervenuto il governatore abruzzese Marco Marsilio (Fdi). Ha chiesto che il meccanismo di definizione dei Lep , il finanziamento e messa in opera, avvenga nella maniera più veloce possibile, che i diritti vengano garantiti equamente. Ha ricordato la clausola di supremazia riconosciuta al presidente del Consiglio qualora si creino squilibri nella gestione dell’autonomia differenziata. Ma è caduto in contraddizione quando in nome della continuità territoriale ha ricordato l’importanza della perequazione. «Non è possibile che dal nostro capoluogo l’Aquila a Roma, distanti un centinaio di km, si impieghino 3 ore e mezzo di treno». A seguire un monito che sembrava diretto agli alleati del Carroccio. «Dall’attuazione dell’autonomia non deve derivare un euro in meno per le regioni che non ne facciano richieste, deve vale «la regola dell’invarianza, il trasferimento deve avvenire in una prospettiva verticale. Senza intaccare l’equilibrio generale, dallo Stato verso le altre regioni».

È il punto dolente. La garanzia che che le risorse che lo Stato impiega per garantire le funzioni da trasferire non impattino sulle altre regioni. «Un aspetto che va chiarito in maniera più esplicita». Ha avvertito Marsilio che ha poi citato il film di Marco Milani, ambientato a Pescasseroli, dove si affronta il tema del dimensionamento scolastico.
Giusto stabilire retribuzioni diverse per gli insegnanti?
«In diversi settori questo già accade – ha risposto il presidente neo rieletto dell’Abruzzo – la contrattazione decentrata è praticata per diverse categorie di lavoratori ma in questa legge non leggo nulla del genere».   

KOMPATSHER: «LEP NON DIVENTINO TETTI DI SPESA»

Ci sarebbe poi l’intervento di Arno Kompatscher, il coordinatore dei presidenti delle regioni a statuto speciale apparso preoccupato per gli effetti collaterali ma in senso contrario. «I Lep non diventino tetti di spesa o nozioni delle prestazioni ma indirizzi e garanzie per i cittadini – chi può voler fare anche di più», ha messo in chiaro.   

E ora? La corsa per portare in Aula il provvedimento il prossimo 29 aprile è iniziata. Il cronoprogramma è già scritto. Un minuto dopo l’approvazione della legge Calderoli il Veneto invierà le sue richieste a Palazzo Chigi. Chiederanno (per ora) la devoluzione di 8 materie: Previdenza complementare integrativa. Gestione Casse rurali di risparmio e agrario a carattere generale. Organizzazione della Giustizia di pace. Coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; Commercio con l’estero; Ordini professionali e Rapporti internazionali con l’Unione europea.

Sono le materie attualmente di competenza statale dove non è richiesta la definizione dei Lep (un acronimo che sta per livelli essenziali delle prestazioni e che Cuperlo ha chiesto di modificare in Lup, ovvero livelli uniformi delle prestazioni). Ognuna si articola in una lunga serie di funzioni: per l’esattezza 184. E siamo solo all’inizio.

Il Quotidiano del Sud.
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