Caso Scurati, Saviano: “Da Meloni mirini sui corpi delle persone, io però difeso da pochi”

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Roberto Saviano dice di non preferire il ruolo di Cassandra, eppure rivendicata, alla luce del caso Scurati esploso in Rai, di aver previsto tutto. “Un anno fa alla chiusura del Festival di Atreju mi attaccò dicendo che guadagnavo parlando di camorra. Oggi, i media di destra scrivono che Antonio Scurati fa soldi con il fascismo. Questo tipo di attacchi sono mirini sui corpi di alcune persone che vengono poi bersagliate dalla comunità dei sostenitori di Meloni”, ha detto lo scrittore napoletano in un’intervista a Il Corriere della Sera.

Saviano avrebbe dovuto condurre una trasmissione sulla Rai, Insider, sulla criminalità organizzata. Programma cancellato dai palinsesti. Ha raccontato inoltre che tre trasmissioni Rai avrebbero bloccato la sua partecipazione per presentare il suo nuovo libro. “Nel mio caso, si sono mossi in pochissimi. Erano preoccupati di essere visibili, e quindi conteggiati. Molti intellettuali tra quelli che hanno dato giusta solidarietà a Scurati, non hanno alzato un dito per la chiusura della mia trasmissione. Le ragioni sono chiare. La vedevano come una battaglia personale tra me e il governo, quindi era colpa mia, che mi sono esposto, avranno detto ‘sono c… suoi’. Nessuno ha sentito la propria libertà minacciata. Anzi, me la sono cercata. Un concorrente in meno”.

Il caso Scurati

Il caso è esploso dopo la cancellazione di un intervento dello scrittore Antonio Scurati sul 25 aprile previsto alla trasmissione Che sarà su Rai 3 di Serena Bortone. Un testo che accusava Fratelli d’Italia e la sua leader, oltre che presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di voler riscrivere la storia e di non prendere le distanze dal fascismo. Bortone ha letto comunque in onda l’intervento, Meloni lo ha pubblicato sui suoi canali social facendo riferimento al cachet di 1.800 euro che lo scrittore avrebbe percepito per un minuto di monologo. Il dirigente Rai Paolo Corsini ha rigettato le accuse di censura e ha parlato di una decisione economica scaturita da divergenze sul compenso per il monologo.

Scurati e Bortone hanno smentito la versione della Rai spiegando che l’accordo era già stato trovato e il contratto chiuso prima della cancellazione. Il sindacato dei giornalisti Rai Usigrai ha rilasciato un comunicato in cui accusava: “Il controllo dei vertici della Rai sull’informazione del servizio pubblico si fa ogni giorno più asfissiante”. L’azienda ha replicato con una nota: “Nessun controllo sull’informazione e nessuna censura sono state operate dall’azienda nei confronti di programmi e conduttori”.

Saviano e il caso Scurati

“Quel gesto da parte della presidente del Consiglio è il solito atto intimidatorio– ha aggiunto Saviano nell’intervista al Corriere -, perché indica un privato cittadino, come sempre fa Meloni, additandolo come un suo nemico, ed esercitando a suo favore una sproporzione di potere enorme. È il suo metodo abituale”.

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