Eva Kaili verrà a vivere in Italia: “Paese garantista, l’Ue e il mio partito non mi hanno difesa, omertà”

RMAG news

Eva Kaili ha annunciato in un’intervista a Il Corriere della Sera che con ogni probabilità verrà a vivere in Italia. “È un Paese che considero casa per diversi motivi e perché in Italia esiste una bella parola come ‘garantismo‘ che dovrebbe essere tradotta in tutta Europa. In Italia ci sono alcuni partiti che si oppongono ai processi a sfondo politico e chiedono il rispetto della presunzione di innocenza indipendente dal partito della persona accusata”. Il Qatargate ha bloccato la sua carriera politica, dei coinvolti nello scandalo non si presenterà nessuno alle prossime elezioni europee in programma l’8 e 9 giugno. Secondo quanto riportato il giudice istruttore ha vietato a Kaili, ancora in carica come parlamentare, di poter parlare dell’inchiesta pubblicamente.

Era vicepresidente responsabile delle relazioni dell’Unione Europea con i Paesi del Medio Oriente. È stata scarcerata dopo quattro mesi in cella e due ai domiciliari, arrestata per l’accusa di aver chiesto al padre di portare via da casa una valigia con 700mila euro in contanti. Per i magistrati erano soldi incassati con il marito Francesco Giorgi. La coppia aveva raccontato che quei soldi erano dell’ex parlamentare europeo Antonio Panzeri. Era stata arrestata nell’ambito del cosiddetto Qatargate, la presunta rete di corruzione legata a Qatar e Marocco che avrebbe fatto capo a Panzeri. La polizia belga scriveva però che “non ci sono elementi per dire che facesse parte dell’organizzazione”. È tornata libera a giugno 2023.

Kaili ha detto che ha fatto causa al Parlamento europeo e che ha avviato una procedura alle Nazioni Unite per la violazione della convenzione sui diritti dei bambini in quanto le autorità la separarono “con la forza” da mia figlia di due anni. Ha ringraziato per la solidarietà e il sostegno la senatrice di Forza Italia Deborah Bergamini e il presidente di Amnesty International Italia. Kaili poté vedere la figlia soltanto un mese dopo l’arresto. Aveva raccontato di essere stata porta in commissariato in una cella in isolamento, con le luci e telecamera di sorveglianza sempre accese, senza acqua corrente, di aver sofferto il freddo dopo che le era stato tolto il cappotto.

“Trovo oltraggiosa – ha attaccato senza mezzi termini Kaili – l’omertà di tutto il Parlamento europeo su una restrizione così incostituzionale del mio diritto di difendermi e di parlare di tutto ciò che è stato fatto trapelare ad arte ed è stato architettato contro di me. Sperando in un vantaggio politico, la presidente Roberta Metsola e il mio partito S&D invece di difendere le istituzioni hanno cercato, prima delle elezioni, di nascondere la loro incapacità di rispettare i principi dell’Unione e di salvaguardare le libertà e le prerogative dei deputati. È stato creato un precedente pericoloso che consente alla magistratura di interferire nella politica minando irreparabilmente l’integrità dell’istituzione europea”.

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