Guerra in Ucraina, la nuova linea rossa minacciata da Macron: “Se la Russia sfonda, non escludo l’invio di truppe”

RMAG news

Emmanuel Macron aveva già paventato un possibile, anche se in caso estremo, invio di truppe occidentali in Ucraina per scongiurare la vittoria della Russia. Era febbraio. Il presidente francese è tornato questa mattina a paventare un intervento, in caso estremo, qualora le forze di Mosca dovessero sfondare ulteriormente in territorio ucraino. “Se i russi dovessero sfondare le linee del fronte, se ci fosse una richiesta ucraina – cosa che oggi non avviene – dovremmo legittimamente porci la domanda”, ha detto in un’intervista al settimanale britannico The Economist. Il conflitto è al 796esimo giorno, dopo l’invasione della Russia in territorio ucraino lanciata nel febbraio del 2022.

Le forze russe, secondo quanto comunicato tramite il portavoce del comando militare “Khortytsia” Nazar Voloshyn, hanno sfondato nella zona di Avdiivka. “La situazione è tale che il nemico è riuscito a sfondare in questo insediamento. Una parte, sotto controllo nemico, è sotto il nostro controllo di fuoco. Stiamo adottando misure per scacciarli da lì. Sono in corso pesanti combattimenti, le Forze armate ucraine stanno controllando la situazione”. Mosca ha condotto anche dei raid missilistici nella notte su Odessa, conquistato il villaggio di Berdychi e completamente carbonizzato il villaggio di Chasiv Yar, ripreso in tutta la sua distruzione dalle immagini di alcuni droni rilanciate da Associated Press. Mosca ha definito “infondate” e “non supportate da nulla” le accuse sul presunto uso di armi chimiche in Ucraina lanciate dal dipartimento di stato degli USA.

La linea rossa di Macron

“Escluderlo a priori non significa imparare la lezione degli ultimi due anni”, quando i Paesi della Nato avevano inizialmente escluso l’invio di carri armati e aerei all’Ucraina prima di cambiare finalmente idea, ha aggiunto. “Abbiamo senza dubbio esitato troppo mettendo dei limiti alla nostra azione verso qualcuno che non ne ha più e che è l’aggressore – ha continuato Macron – Io ho un obiettivo strategico chiaro: la Russia non può vincere in Ucraina. Se la Russia vince in Ucraina, noi non avremo più sicurezza in Europa. Chi può affermare che la Russia si fermerà lì? Quale sicurezza per gli altri paesi vicini, la Moldavia, la Romania, la Polonia, la Lituania, e tanti altri? E ancora, quale credibilità per gli europei che avrebbero speso miliardi, che avrebbero detto che era in gioco la sopravvivenza del continente e che non si sarebbero concessi poi gli strumenti per fermare la Russia? Quindi, sì, non dobbiamo escludere niente”.

Già a fine febbraio nel corso della Conferenza di Parigi sull’Ucraina, Macron aveva parlato della possibilità di un invio di truppe di terra europee. Aveva parlato dell’“invio di truppe occidentali” che in futuro “non può essere escluso. Faremo tutto quello che c’è da fare affinché la Russia non possa vincere questa guerra e che “per raggiungere quest’obiettivo, tutto è possibile”, niente piò “essere escluso”. Il consigliere della presidenza di Kiev, Mykhailo Podoliak, aveva definito quelle parole come “un segnale nella giusta direzione”.

La risposta della Russia

È una linea rossa che il presidente francese si è tracciato da solo, senza l’appoggio di nessun partner – e forse perciò più propaganda che altro. Già lo scorso febbraio le parole del presidente francese avevano raccolto soltanto prese di distanza tra i partner occidentali. “Il supporto degli alleati a Kiev non contempla la presenza sul territorio ucraino di truppe di Stati europei o Nato”, si leggeva in una nota diffusa da Palazzo Chigi. “Mai un soldato italiano a morire nel nome di Macron. Io la penso così”, ha dichiarato sui social il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini commentando l’intervista a The Economist.

I russi stanno invece esponendo nel Parco della Vittoria, sulla Collina degli Inchini, le armi della NATO recuperate sul territorio ucraino: la prova dell’attacco, dell’accerchiamento ai danni di Mosca lanciato dall’Occidente. O così almeno è propagandato, in attesa della grande parata del 9 maggio, quando sulla Piazza Rossa si terranno le celebrazioni per la vittoria della Seconda Guerra Mondiale. Le dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron “sono in qualche modo legate ai giorni della settimana”, ha commentato alla Tass la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. “Apparentemente, questo ha qualcosa a che fare con i giorni della settimana, questo è il suo ciclo“.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *