Isfahan: la regione delle centrali nucleari dell’Iran, perché è stata colpita dall’attacco, le accuse a Israele

RMAG news

Sembrava esclusa una risposta di Israele, e invece sembra proprio che quella risposta sia arrivata. La scorsa notte, quella tra giovedì e venerdì, si sono verificate delle esplosioni nei pressi di una base aerea vicino alla città di Isfahan, nel centro dell’Iran. Un attacco intorno al quale vige ancora un’aura di mistero: a dichiarare che l’attacco sia israeliano fonti anonime citate dal New York Times, due israeliane e due iraniane. L’agenzia di stampa ufficiale di Teheran ha parlato di esplosioni causate dai sistemi di difesa: nessun lancio dall’estero. Nessuna rivendicazione da parte di Israele.

Il comandante in capo dell’Esercito iraniano, Abdolrahim Mousavi, ha definito “assurdi” i rapporti che attribuiscono ad Israele gli attacchi a Isfahan e ha sostenuto che le esplosioni erano il suono dell’abbattimento di “oggetti volanti”. Un attacco che secondo fonti iraniane citate dal Nyt sarebbe stato “condotto da piccoli droni, possibilmente lanciati dall’interno del Paese stesso”. Le autorità iraniane comunque non hanno specificato da chi sarebbe stato compiuto l’attacco. Le esplosioni sono state almeno tre, a Qahjavarestan, vicino all’aeroporto di Isfahan e alla base aerea dell’esercito di Shekari.

Nessuna conferma da parte israeliana. Il contesto è quello che nelle ultime settimane ha fatto alzare la tensione in tutto il mondo: l’avversione di Israele e Iran rinfocolata dalla guerra nella Striscia di Gaza esplosa lo scorso ottobre dopo gli attacchi di Hamas e la risposta dello Stato Ebraico. Sabato scorso l’attacco aereo con droni e missili dell’Iran dopo che quello attribuito a Israele a Damasco, in Siria, a inizio aprile che aveva colpito l’ambasciata di Teheran. Un’operazione di Israele sarebbe da collocare in questo contesto, un’ulteriore risposta a esacerbare il conflitto.

Cos’è la base di Isfahan

Ma perché Isfahan è diventato un obiettivo militare? Secondo le intelligence è un centro per la produzione missilistica e di droni di prima importanza. A un’ora da Isfahan è attivo il sito atomico di arricchimento dell’uranio di Natanz, nella rete del programma nucleare del regime islamico. Quello di conversione dell’uranio si trova invece nella zona sudorientale di Zerdenjan. La base di Isfahan si trova vicino all’aeroporto, è un bunker superprotetto definito dai generali “bunker fine del mondo”.

È stata costruita a partire dal 1999. I tre piccoli reattori di ricerca che gestisce sono stati forniti dalla Cina. Si occupa anche della produzione di carburante e altre attività per il programma nucleare civile dell’Iran. Presso la base aerea di Isfahan trovava inoltre sede la vecchia flotta iraniana di F-14 Tomcat di fabbricazione americana, acquistati prima della rivoluzione islamica del 1979 che portò al potere l’ayatollah Khomeini. Secondo altre ricostruzioni Israele avrebbe già colpito lo scorso gennaio un impianto per la costruzione di missili a Isfahan.

Le centrali nucleari a Isfahan

La televisione iraniana ha trasmesso immagini dal posto, per comunicare che la situazione è tranquilla e sotto controllo. L’agenzia Tasnim ha dichiarato che gli impianti nucleari sono “completamente sicuri”. Nessun incidente o danno, come confermato anche dall’agenzia ufficiale iraniana Irna e dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). Il capo di Aiea Rafael Grossi è tornato a “chiedere a tutti un’estrema moderazione e ribadisce che gli impianti nucleari non dovrebbero mai essere un obiettivo nei conflitti militari”. Tel Aviv comunque non ha commentato quanto accaduto. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, da Capri dove sta presiedendo la riunione dei capi delle diplomazie del G7, ha detto a Rai News 24 di aver parlato con l’ambasciata di Teheran e ha rassicurato che gli italiani sono al sicuro.

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