Israele si prepara all’attacco a Rafah, l’allarme di Borrell: “Sarà una catastrofe”

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Conferme ufficiali non ci sono. E non potrebbe essere altrimenti, visto l’infamia di quel “patto scellerato”: il via libera a Israele per l’attacco finale a Rafah in cambio di una reazione contenuta sul versante iraniano. Ad Axios fonti statunitensi smentiscono l’esistenza del patto ma nelle capitali arabe come a Tel Aviv si continua a sostenere il contrario.

Media: «Dagli Usa ok a un attacco di Israele a Rafah per evitare una risposta su larga scala all’Iran»

Gli Stati Uniti avrebbero deciso di lasciare che Israele attacchi Rafah in cambio di un impegno del governo Netanyahu a non rispondere su larga scala all’Iran innescando un allargamento imprevedibile del conflitto in Medio Oriente. Lo riferisce la stampa israeliana citando quella del Qatar, le cui fonti sono egiziane.

«L’amministrazione americana ha mostrato di accettare il piano precedentemente presentato dal governo occupante riguardo all’operazione militare a Rafah, in cambio del rifiuto di effettuare un attacco su larga scala contro l’Iran», ha detto ad Al-Araby Al-Jadeed una fonte anonima.

Sarebbero quindi già in corso i preparativi perché l’Egitto possa affrontare i possibili impatti dell’operazione pianificata vicino ai suoi confini. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha più volte affermato di aver approvato i piani per un’operazione a Rafah e più recentemente ha affermato che è stata decisa una data per il lancio, ma finora è stato frenato dagli alleati internazionali e in particolare dagli Stati Uniti.

Borrell: «Non attaccare Rafah, sarebbe una catastrofe»

«Non attaccate Rafah, sarebbe una catastrofe». L’appello arriva dal capo della diplomazia dell’Ue, Josep Borrell, da Capri, dove ieri ha partecipato alla ministeriale Esteri del G7, sotto la presidenza italiana. «A Rafah ci sono 1,7 milioni di persone nelle strade», ha ricordato, «senza alcuna possibilità di difendersi e scappare».

«Dobbiamo sostenere Israele (e abbiamo dimostrato che lo facciamo non solo a parole, visto che durante l’attacco iraniano i missili e i droni sono stati abbattuti grazie alle capacità militare di Usa, Francia e Gran Bretagna), ma dobbiamo tenere a mente che dobbiamo risolvere il problema israelo-palestinese tenendo conto anche dei diritti dei palestinesi».

Axios, Usa: mai dato l’ok all’operazione israeliana a Rafah

L’amministrazione Biden è ancora preoccupata che un’invasione israeliana di Rafah, nel sud di Gaza, possa portare ad un grande numero di vittime civili: lo riferisce Axios, citando dirigenti Usa che hanno negato categoricamente le indiscrezioni secondo cui la Casa Bianca avrebbe dato il via libera a un’operazione a Rafah se Israele rinunciasse a colpire l’Iran come rappresaglia per l’attacco dello scorso fine settimana.

Cnn: “Raid a Rafah, uccisi 8 membri di una famiglia”

Nel raid israeliano di mercoledì sera a Rafah sono morte 8 persone di una stessa famiglia, tra cui 5 bambini. Lo scrive la Cnn online che cita funzionari dell’ospedale. L’attacco aereo è avvenuto nel quartiere di Al-Salam, nella parte meridionale di Rafah.

I corpi delle vittime – tutti appartenenti alla famiglia Ayyad, sfollata da Gaza City, nella parte settentrionale dell’enclave – sono stati portati all’ospedale Abu Yousuf Najjar. Tra gli otto morti c’erano cinque bambini, secondo un elenco fornito da un funzionario dell’ospedale.

Intanto, le autorità della Striscia di Gaza hanno aggiornato a 33.970 il numero dei morti dall’inizio dell’offensiva israeliana sulla Striscia e 76.770 quello dei feriti. Nelle ultime 24 ore, rende noto il ministero della Sanità della Striscia, sotto il controllo di Hamas, 71 palestinesi sono morti e 106 sono rimasti feriti.

Biden impone nuove sanzioni contro l’Iran

Gli Stati Uniti hanno annunciato nuove sanzioni contro l’Iran. “Siamo impegnati nella difesa di Israele, dei nostri soldati e dei nostri partner nella regione. E non esiteremo a intraprendere tutte le azioni necessarie” contro gli attacchi di Teheran e dei suoi alleati, ha dichiarato il presidente in una nota.

Iran: «Abbiamo informato gli Usa prima e dopo l’attacco a Israele»

Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, ha dichiarato che Teheran ha informato Washington, attraverso messaggi scambiati tramite l’intermediazione della Svizzera, riguardo all’attacco contro Israele prima che esso avesse luogo.

«Abbiamo detto chiaramente agli americani nei messaggi che la decisione presa dal Consiglio Supremo di Sicurezza Nazionale iraniano di punire il regime sionista era definitiva e finale e dopo l’azione punitiva intorno alle 2:30 di domenica di questa settimana, abbiamo inviato un altro messaggio agli Stati Uniti attraverso i canali diplomatici, affermando che non ci aspettiamo un aumento della tensione nella regione», ha spiegato Amirabdollahian, come riporta Irna, parlando con i giornalisti a New York dove si trova in occasione di una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

Teheran: se Israele attaccherà le centrali nucleari faremo lo stesso

“Se il regime sionista vuole usare la minaccia di attaccare i centri nucleari del nostro Paese come strumento per fare pressione sull’Iran il colpo che riceveranno sarà ricordato nella storia. I centri nucleari del nemico sionista sono identificati e le informazioni necessarie su tutti gli obiettivi sono a nostra disposizione per rispondere a una possibile azione”.

Lo ha affermato il comandante del corpo di protezione e sicurezza dei centri nucleari iraniani, generale di brigata Ahmed Haq Talab. Lo riporta l’agenzia Tasnim. I pasdaran inoltre hanno precisato che “strumenti e attrezzature avanzati di protezione e sicurezza proteggono i centri nucleari del nostro Paese che sono completamente sicuri”.

Nyt: “Israele ha calcolato male la risposta dell’Iran all’attacco di Damasco”

Israele ha calcolato male la risposta che l’Iran avrebbe dato all’attacco che ha distrutto il consolato di Teheran a Damasco. E questo errore di calcolo potrebbe causare la tanto temuta escalation nella regione. Lo scrive il New York Times citando diversi funzionari americani coinvolti in discussioni ad alto livello dopo l’attacco e un alto funzionario israeliano.

«Gli israeliani hanno commesso un grave errore di calcolo pensando che l’Iran non avrebbe reagito con forza», afferma il quotidiano. Il New York Times scrive che i funzionari statunitensi erano arrabbiati per essere stati informati solo pochi minuti prima dell’attacco israeliano a Damasco e per il fatto che non era stato comunicato loro il suo significato.

Due funzionari israeliani hanno riferito al New York Times che i piani per l’attacco erano iniziati due mesi prima che fosse portato a termine e che è stato approvato dal gabinetto di guerra il 22 marzo.

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