L’Europa vara le nuove leggi razziali, cosa prevedono le norme che riconoscono gli altri come “fastidio”

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L’Europa ha approvato quello che viene chiamato “il nuovo patto di asilo”. Si tratta di una serie di norme che rendono sempre più difficile l’accoglienza ai profughi. Puntano a blindare il continente e a sbarrare la via ai migranti.

Stracciando il diritto internazionale, i principi essenziali del cristianesimo e dell’illuminismo, la dichiarazione universale dei diritti dell’umanità del 1948, vari articoli di alcune costituzioni dei paesi membri compresa la Costituzione italiana (che ora ha un articolo 9 e un articolo 11 ma non ha più un articolo 10).

Con una forzatura linguistica, ma non credo politica, abbiamo definito queste norme le “nuove leggi razziali”. Ci riferiamo a quelle del ‘38, di Mussolini, contro gli ebrei. Certo che queste non sono la stessa cosa, ma il principio è quello: riconoscere alla popolazione ariana diritti superiori ai diritti degli altri.

Riconoscere gli altri come “fastidio”. Dare carne e sangue alla filosofia dell’ “europeo prima” (sulla falsariga dell’ “America first”). I principi ai quali questo regolamento si ispira non sono lontani dai principi delle leggi razziali. E come allora le viltà e i tradimenti sono tanti.

A partire da quelli della mitica socialdemocrazia tedesca, che non solo ha votato a favore, ma si è dichiarata entusiasta. Che dolore se si pensa, non dico a Rosa Luxemburg, ma a Willy Brandt! Del resto i popolari e i conservatori hanno tranquillamente infangato le tradizioni e tutti i principi cristiani. Allegramente.

E si sono detti felici. Dicono che è una svolta storica. Già. Solo la sinistra ha tenuto. E il Pd ha avuto la forza e l’ardore per votare compatto contro il patto. Vien da dire: per fortuna che c’è l’Italia!

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