Olimpiadi di Parigi, il lottatore Frank Chamizo denuncia la corruzione: “300mila dollari per perdere”

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Frank Chamizo aveva prima denunciato tutto in un post sui social, quindi in un’intervista a Repubblica. Il lottatore italiano di origini cubane ha raccontato di aver subito un tentativo di corruzione lo scorso weekend prima di un incontro di lotta libera a Baku, in Azerbaijan, dove ha affrontato il lottatore azero Turan Bayramov – che appunto combatteva in casa – per le qualificazioni alle Olimpiadi di Parigi. Dopo un giudizio molto discusso, contestato dallo stesso Chamizo sul tappeto, gli resta un’ultima occasione di qualificarsi ai Giochi della prossima estate in Francia.

Un verdetto che più di un osservatore non ha esitato a definire scandaloso. Chamizo era riuscito battere il suo avversario. Il presidente di tappeto ha però sovvertito il verdetto dei cinque giudici chiedendo una revisione delle immagini. “I cinque giudici sul tappeto hanno preso la stessa decisione, riconoscendo che avevo messo a terra il ginocchio destro dell’avversario, quindi avevo vinto. Dopo un incontro in cui il mio avversario, che ho sempre battuto, per cinque minuti non ha fatto che scappare. Poi si sono inventati un challenge a tempo scaduto, che non si può fare. A questo punto il presidente di tappeto ha guardato le immagini di una sola telecamera della video review e ha stabilito che quella mossa non c’era, contraddicendo gli altri cinque giudici”.

Il tentativo di corruzione a Frank Chamizo

A Repubblica Chamizo ha raccontato dell’offerta di 300mila dollari per perdere. “Non voglio dire chi, ma è successo la mattina del peso – ha dichiarato – Li ho mandati a f… perché non rappresento solo me stesso, ma anche l’Italia, la mia federazione, la Fijlkam, e l’Esercito. Non è facile rompere la mia integrità”. Al lottatore ora resta soltanto un’ultima occasione per la qualificazione, il prossimo maggio a un torneo in Turchia. “Sapete cosa significa perdere un’altra volta dieci chili per rientrare nel peso? Sono stato un signore, ma se in Turchia ci riprovano faccio un macello. Ho avuto problemi personali per un paio d’anni, ho perso mia nonna e il mio manager che era come un padre. Ma ora so che sono tornato me stesso, il Frank Chamizo che vince all’ultimo secondo. E mi rimetto a lavorare. Il triplo, sperando che basti”.

 

 

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Chi è Frank Chamizo

Chamizo è cresciuto nelle strade di Matanzas, a Cuba, e in Italia in una famiglia di lottatori a Genova. “Voglio chiedere scusa a chi ha visto, il mio sport è bello. Questo è solo un gruppo di persone pagate e corrotte. Che tristezza, il mio cuore piange. Il mio sport è bello, lo sento”, scriveva in un post sui social riprendendo le scene del verdetto al centro del caso. È nato il 10 luglio del 1992 e nel 2015 ha ottenuto la cittadinanza italiana.

È stato due volte campione del mondo a Las Vegas nel 2015 e a Parigi nel 2017, quattro volte medaglia d’oro agli Europei. Ha partecipato a due Olimpiadi, a quelle di Rio de Janeiro nel 2016 quando vinse la medaglia di bronzo e a quelle di Tokyo nell’estate del 2021 quando arrivò quinto. Chamizo ha condiviso sulla sua pagina Instagram i messaggi di un collega uzbeko, Zhamalov Razambek, che denunciava di aver ricevuto lo stesso trattamento dagli arbitri.

 

 

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