Pd alle Europee senza Schlein nel simbolo, marcia indietro ma resta candidata: “Voglio dare una mano”

RMAG news

Elly Schlein sarà candidata alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno, ma il suo nome non sarà presente nel simbolo del partito.

Quello depositato presso la Direzione centrale per i servizi elettorali del Ministero dell’Interno contiene infatti un riferimento esplicito al Pse, il Partito socialista europeo, ma non contiene il nome della segreteria Dem.

Il simbolo Pd senza Schlein

Lo ha spiegato nel corso di una diretta su Instagram la leader dei Dem. “È stato proposto di inserire il mio nome nel logo, si è aperta una bella discussione, ringrazio chi ha fatto questa proposta, ma penso che il contributo lo possa dare correndo accanto a loro, in questa lista. Una proposta più divisiva che rafforzativa e non ne abbiamo bisogno”, le parole di Schlein.

Una risposta alle forti critiche piovute sulla segretaria e sulla proposta del suo nome nel simbolo arrivate sia dalla “maggioranza” del partito che dalla minoranza interna. Il nome nel simbolo ha avuto anche l’effetto di spaccare al suo interno le varie correnti Dem: contro l’idea della segreteria si sono espressi Dario Franceschini e Andrea Orlando, così come la capolista al Sud Lucia Annunziata, tutti sostenitori di Schlein, così come buona parte della minoranza interna, che pure tramite il suo leader Stefano Bonaccini (che sarà capolista nel Nord Est) aveva appoggiato la scelta di Schlein.

 

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Schlein candidata capolista

Nessuna smentita invece all’altro grande tema della direzione Pd di domenica: Schlein sarà candidata alle Europee, dove dovrebbe essere capolista nelle circoscrizioni Centro e Isole.

Mi devo prendere la responsabilità a dare una mano a tutta la lista, proverò insieme a portare il più in alto possibile il Pd. Ci sarò anch’io anche se rimarrò qui in Italia per confrontarmi con Giorgia Meloni giorno dopo giorno“, spiega la segretaria confermando che resterà in Italia, alla Camera, anche in caso di elezioni a Strasburgo.

Voglio dare una mano anch’io, sarò candidata a mi candido a portare più in alto possibile il Pd. La nostra famiglia socialista sarà l’unico vero argine alle destre nazionaliste e sovraniste in Europa“, aggiunge la leader Dem, che conclude: “Ho la speranza di poter dare una mano a eleggere il più possibile queste persone che si sono messe a disposizione“.

Le critiche di Prodi

Non hanno avuto effetto le pesanti e autorevoli critiche di Romano Prodi che, parlando domenica dal palco di Repubblica delle Idee a Napoli, aveva bocciato la mossa della leader Pd: “Da quello che sta succedendo vuol dire che non mi dà retta nessuno – le parole dure di Prodi – Perché dare il voto per il Parlamento europeo a una persona che di sicuro se vince non ci va? Queste sono ferite per la democrazia che scavano un fosso per cui la democrazia non è più amata. Riguarda Schlein, Meloni, Tajani. Non è questo modo di fare, di sostenere che la democrazia è al servizio del popolo. Perché il popolo così non conta niente, vota per uno e ci va un altro”.

 

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