Regionali Basilicata, i lucani scelgono ancora Bardi e il centrodestra

Regionali Basilicata, i lucani scelgono ancora Bardi e il centrodestra

Il Quotidiano del Sud
Regionali Basilicata, i lucani scelgono ancora Bardi e il centrodestra

Regionali Basilicata: i lucani riconfermano Bardi e il centrodestra per altri 5 anni. Il “fronte progressista” staccato di oltre il 10%. Regge il Pd. Bacc supera M5s

POTENZA – Il centrodestra allargato fa incetta di consensi, rispetto a 5 anni fa, e si conferma alla guida della Regione Basilicata con oltre il 50% dei voti validi espressi.
E’ questo l’esito delle consultazioni di domenica e lunedì 21 e 22 aprile per il rinnovo del presidente della giunta e dei membri del parlamentino lucano.

A conquistare il suo secondo mandato presidenziale consecutivo è stato il governatore uscente, Vito Bardi, scelto nel 2019 dall’ex premier Silvio Berlusconi per guidare il centrodestra alla conquista dell’ultima regione rossa del Mezzogiorno. Una ri-candidatura, quella di Bardi, a lungo contestata da Lega e Fratelli d’Italia, che avrebbero voluto indicare un loro nome per rilanciare la coalizione. Fino al grande spavento per la sconfitta in Sardegna, a febbraio, dove i meloniani avevano imposto il “loro” Paolo Truzzu al posto del governatore uscente, il leghista sardista Christian Solinas. Di qui la decisione di riproporre gli uscenti nelle altre regioni in palio nei mesi successivi. Aprendo la coalizione in Basilicata, dove la sfida si annunciava ad alto rischio, anche all’approdo, decisivo, dei renziani di Italia viva e i calendiani di Azione.

Inclusi diversi esponenti di spicco delle vecchie amministrazioni regionali di centrosinistra come Marcello Pittella: ultimo governatore eletto da Pd e alleati, nel 2013, nonché responsabile delle politiche regionali del partito di Carlo Calenda, e fratello di Gianni, storico esponente dem nel Parlamento europeo.
In calo l’affluenza, che si è fermato al 49,80% degli aventi diritto al voto rispetto al 53,52% di cinque anni fa, nonostante all’epoca si votasse in un giorno solo. Un dato molto basso, ma non un record, dal momento che nel 2013 si recarono alle urne soltanto il 47,60% dei lucani avanti diritto.
Da segnalare, inoltre, un numero rilevante di schede nulle e bianche in praticamente tutti i comuni. Altro segno di apparente disaffezione rispetto alla politica.

Bardi, già vicecomandante generale della Guardia di finanza, ha superato indenne persino un’ultima polemica, a seggi aperti, sulla sua residenza extra-regionale, avendo mantenuto «la sede principale dei suoi affari ed interessi», all’anagrafe, nel Comune di Napoli.
Il generale 72enne, sospinto dai suoi nuovi alleati, ha staccato il rivale del “fronte progressista” a guida Pd-M5s, che dopo mesi di travagliate trattative hanno individuato il loro candidato governatore in un esponente di spicco dei democratici lucani come il 43enne Piero Marrese: presidente della Provincia di Matera dal 2018, e sindaco del Comune di Montalbano Jonico dal 2015.

Proprio la tormentata genesi dell’alternativa al governatore uscente, d’altro canto, aveva messo in dubbio sin da principio la sua credibilità complessiva.
Nel centrodestra, come prevedibile, il partito più votato è stato Fratelli d’Italia, che a scrutinio avanzato viaggiava attorno al 16%, seguito da Forza Italia al 12%. Si sono contesi fino all’ultimo il terzo posto, invece, i calendiani di Azione, capeggiati dall’ex governatore Marcello Pittella, e la Lega di Pasquale Pepe. Una contesa, quest’ultima, destinata ad avere ripercussioni importanti soprattutto sui futuri assetti della giunta regionale. A seguire i bardiani di Orgoglio lucano e, più staccati, Udc e La Vera Basilicata.

Significativo anche il risultato delle liste del “fronte progressista”. Specie dopo le dichiarazioni del leader degli ex laici cattolici di Basilicata casa comune, Angelo Chiorazzo, sulla volontà di trasformare il voto nelle primarie che non gli sono mai state concesse dai 5 stelle e gli altri partiti minori della coalizione per giocarsi le sue ambizioni di candidato governatore.
Il Partito democratico, infatti, si è attestato attorno al 15%, inseguito, a distanza, da Basilicata casa comune, che ha superato il 10%. Ancora più lontano, quindi, il Movimento 5 stelle, inchiodato attorno all’8%. Mentre la lista Alleanza verdi sinistra -Psi -La Basilicata possibile si è fermata al 5% e la civica Basilicata unita attorno al 3%.

Si è fermato a poco più dell’1%, infine, il candidato di Volt, Eustachio Follia, ben lontano dal quorum necessario per l’accesso alla ripartizione dei seggi.
Nella giornata odierna, con la chiusura dello scrutinio, dovrebbero essere ufficializzati anche i nuovi consiglieri regionali.
Quasi certi dell’ingresso nel parlamentino lucano, ad ogni modo, sono i meloniani Maddalena Fazzari, Michele Napoli e Carmine Cicala. Così come il forzista Franco Cupparo, il leghista Pasquale Pepe, il calendiano Pittella e Mario Polese di Orgoglio lucano. Questi tra i candidati di centrodestra in corsa per i 13 seggi in palio nella circoscrizione di Potenza.

A Matera, invece, dove i seggi in palio sono in tutto 7: il meloniano Cosimo Latronico, il forzista Michele Casino, e il calendiano Nicola Morea.
Serrata la contesa nel “fronte progresista”, che dovrebbe conquistare, tra Potenza e Matera, non più di 8 seggi in tutto.
Nel potentino, in particolare, l’ex presidente del Consiglio regionale Piero Lacorazza pare destinato ad accaparrarsi uno dei seggi destinati al Pd, mentre per l’eventuale secondo seggio democratico è lotta all’ultimo voto tra Donato Di Stefano e Antonello Molinari. Elezione quasi certa anche per Chiorazzo e la coordinatrice provinciale M5s Alessia Araneo.

Nel materano, invece, il sindaco di Pomarico Francesco Mancini pare in condizione di strappare il seggio al consigliere regionale uscente Roberto Cifarelli l’unico seggio disponibile per il Pd.
Testa a testa anche per il titolo, di “re delle preferenze” tra Chiorazzo, Pittella e Pepe, separati da poche decine di voti a scrutinio ormai avanzato.
L’esito del voto lucano è stato accolto con entusiasmo dalla premier Giorgia Meloni, che in un tweet ha parlato di una «vittoria del centrodestra e di tutta la coalizione».
«Ringrazio di cuore tutti i cittadini che hanno voluto confermare il loro sostegno alle nostre politiche». Ha aggiunto la premier. «La vostra fiducia è il motore che ci spinge avanti ogni giorno. I miei auguri di buon lavoro a Vito Bardi, alla giunta che si insedierà e ai consiglieri eletti. Avanti con impegno e determinazione».

Anche Bardi ha voluto ringraziare gli elettori, per prima cosa, commentando l’esito dello scrutinio.
«E’ una grande responsabilità che sento verso tutti loro, anche verso i lucani che non mi hanno votato o che non si sono recati alle urne». Queste le parole del rieletto governatore. «L’affluenza ha sicuramente penalizzato il centrosinistra, che ne é anche in parte la causa (…) Gli elettori hanno sanzionato lo spettacolo triste che la sinistra ha messo in campo negli ultimi mesi. Hanno perso perché loro parlavano di Bardi mentre noi della Basilicata (…) Adesso di nuovo al lavoro per programmare le priorità dei prossimi 5 anni insieme a tutte le forze politiche della coalizione».

In serata anche Marrese ha riconosciuto la sconfitta telefonando a Bardi per augurargli buon lavoro.
«Farò un’opposizione che sarà dura ma leale». Così il candidato presidente sconfitto.
«Mi ha chiamato per complimentarsi per questo lavoro importante». Ha aggiunto il presidente della Provincia di Matera. «Eravamo ben consapevoli di fare una battaglia molto difficile, il risultato è ottimo, ora aspetteremo la fine per raccogliere tutti i dati. La città di Matera ha risposto benissimo, la mia città (Montalbano Jonico, ndr) mi ha reso orgoglioso con l’85% del consenso, una certificazione importante. Ora dobbiamo farci conoscere ancora di più negli altri territori».

Il Quotidiano del Sud.
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