Sciopero giornalisti Rai: perché la mobilitazione, in onda Tg1 e Tg2, il sindacato UniRai non ha aderito

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Sono andati comunque in onda, nonostante lo sciopero indetto dall’Usigrai, i telegiornali Tg2 delle 13:00 e Tg1 delle 13:30 e quello delle 8:00 di dieci minuti, dopo quello di garanzia delle 6:00, su Rainews. I giornalisti del servizio pubblico avevano annunciato la mobilitazione dalle 5:30 di lunedì 6 maggio fino alle 5:30 di martedì 7. L’Usigrai, l’Unione Sindacale dei Giornalisti della Rai, aveva denunciato il controllo “asfissiante” sul lavoro giornalistico. “I giornalisti e le giornaliste della Rai, per la prima volta dopo molti anni, si asterranno totalmente dal lavoro”. Il sindacato ha convocato una conferenza stampa presso l’Associazione della Stampa Estera in Italia dal titolo “Le ragioni dello sciopero, incontro con i giornalisti Rai”.

La protesta scattata contro la decisione dei vertici di accorpare testate senza discuterne con il sindacato, di non sostituire i giornalisti in pensione e in maternità, di non far partire selezioni pubbliche per nuove assunzioni e senza stabilizzare i precari, di tagliare la retribuzione. Oltre a queste ragioni denunciate in un comunicato, anche il caso esploso intorno al monologo dello scrittore Antonio Scurati che sarebbe dovuto andare in onda alla trasmissione Che sarà di Serena Bortone. “È diventato di dominio pubblico il tentativo della Rai di censurare un monologo sul 25 aprile, salvo poi, in evidente difficoltà, cercare di trasformarla in una questione economica. Preferiamo perdere uno o più giorni di paga che perdere la nostra libertà, convinti che la libertà e l’autonomia del servizio pubblico siano un valore di tutti. E la Rai è di tutti”.

Lo sciopero sindacale

“Controllo asfissiante sul lavoro giornalistico, con il tentativo di ridurre la Rai a megafono del governo, l’assenza dal piano industriale di un progetto per l’informazione della Rai, le carenze di organico in tutte le redazioni, il no dell’azienda ad una selezione pubblica per giornalisti, la mancata sostituzione delle maternità, la disdetta dell’accordo sul premio di risultato, senza una reale disponibilità alla trattativa, la mancata stabilizzazione dei colleghi precari”, si leggeva nella nota sindacale dopo “l’incontro di raffreddamento con l’azienda” che si era “risolto con un nulla di fatto, motivo per cui confermiamo il nostro stato d’agitazione”.

“Nel rispetto delle regole fissate dalla Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, non potranno aderire i giornalisti del Giornale Radio Rai che già saranno impegnati in uno sciopero sabato 27 aprile contro l’ipotesi di accorpamento del Gr Sport con Rai Sport e di Gr Parlamento con Rai Parlamento che svuoterebbe Radio1 della sua vocazione all news senza alcun vantaggio per la testata e l’azienda”. Il segretario dell’Usigrai Christian Macheda è stato accompagnato alla conferenza stampa dal presidente dell’Fnsi Vittorio Di Trapani, presenti anche Serena Bortone e Sigfrido Ranucci.

La replica della Rai

Alla protesta la Rai ha risposto con un comunicato. “L’attuale governance della Rai sta lavorando per trasformare il Servizio Pubblico in una moderna Digital Media Company. I giornalisti Rai rappresentano una risorsa fondamentale e per questo si sta sviluppando, nell’ambito del Piano Industriale, un modello in linea con le nuove sfide del giornalismo, che non mette in discussione diritti acquisiti, né posti di lavoro”.

“È necessario però puntualizzare l’impossibilità, nell’attuale quadro economico, di indire concorsi pubblici per nuove assunzioni giornalistiche, mentre invece si rendono necessari processi di ottimizzazione che consentano di valorizzare l’organico esistente di oltre 2000 unità. L’azienda ha deciso di adeguare il sistema premiante dei giornalisti a quello di tutti gli altri dipendenti. Infine è opportuno rimarcare che la Rai è sempre più impegnata a salvaguardare i valori del pluralismo e della libertà di espressione”.

Il sindacato Unirai-Liberi giornalisti Rai

I telegiornali sono andati in onda in una versione ridotta di una decina di minuti. Alla conduzione del Tg1 Sonia Sarno, a quella del Tg2 Stefania Zane. Le due edizioni hanno trasmesso servizi chiusi e firmati, collegamenti in diretta con le sedi estere di Gerusalemme, Parigi e Mosca e alcune notizie lette dallo studio con le immagini di accompagnamento. Le conduttrici hanno letto in coda alle edizioni la nota Usigrai con i motivi della protesta e il comunicato di replica della Rai. Non sono andati in onda i notiziari regionali, sostituiti da repliche di Geo, break pubblicitari ed episodi del telefilm Rex.

Si era già proclamato estraneo allo sciopero il sindacato UniRai-Liberi giornalisti Rai. “Di asfissiante c’è chi non si rassegna al pluralismo in Rai e insieme a qualche partito soffre la fine del monopolio. UniRai conferma di non aderire allo sciopero politico”. La nuova sigla sindacale ha definito lo sciopero politicamente motivato. “Usigrai, se vuole uno sciopero al 100% non può ignorare che esiste un altro sindacato. Ci si confronta, si trova una piattaforma comune, si sciopera insieme, se è il caso. Altrimenti Usigrai si prende il rischio di uno sciopero cui aderisce il 70% e che qualcosa vada in onda …”, ha dichiarato in un’intervista a Il Corriere della Sera il segretario Palese. Unirai aveva invece aderito allo sciopero dei giornali radio.

La replica dell’Usigrai

“Pur di tentare di boicottare lo sciopero proclamato dall’Usigrai – a cui ha aderito la stragrande maggioranza dei giornalisti Rai – i direttori di Tg1 e Tg2 con spirito anti sindacale hanno deciso di mandare in onda le edizioni delle 13.30 e delle 13 con servizi e collegamenti insolitamente lunghi per raggiungere la maggior durata possibile (comunque inferiore a quella consueta). La verità è che così facendo hanno quasi completamente cancellato interi temi e intere notizie come cronaca e economia. Un inganno ai cittadini per mascherare il fallimento del boicottaggio“, ha dichiarato il segretario Usigrai Daniele Macheda.

“Pur di dare l’impressione che lo sciopero fosse fallito i direttori di Tg1 e Tg2 hanno concentrato i pochi al lavoro in una sola edizione facendo saltare le altre. Ad ora, ad esempio, al Tg2 su una programmazione prevista di 135 minuti sono andati in onda appena 26 minuti. Al Tg1 su 186 minuti, solo 28. Non siamo noi, evidentemente, a diffondere fake news”.

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