Agi ad Angelucci, l’Eni mette l’agenzia all’asta: per il deputato leghista l’affare si complica (e spunta Mondadori)

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L’Agi, la seconda agenzia di stampa in Italia dopo Ansa e di proprietà di Eni, dunque controllata indirettamente dal Ministero dell’Economia, potrebbe non finire nelle mani di Antonio Angelucci.

La società, spiega La Stampa, avrebbe deciso infatti di seguire un percorso più “trasparente” per la cessione dell’agenzia di stampa, finita nel mirino del parlamentare della Lega, ras della sanità privata nel Lazio e proprietario di Libero, Il Tempo e Il Giornale.

Agi in vendita con un bando

L’azienda energetica fondata da Enrico Mattei ha deciso infatti che la vendita dell’agenzia di stampa Agi sarà messa a bando, aprendo dunque al mercato e non ad una trattativa privata e singola.

Una scelta che appare figlia della clamorosa protesta degli stessi giornalisti dell’Agi, che hanno proclamato cinque giorni di sciopero dopo le voci di una vendita ad Angelucci. Protesta diventata “mediatica” con la decisione dei 72 giornalisti Agi di ritrovarsi nei giorni scorsi per un sit-in di fronte al Pantheon di Roma con le associazioni di categoria – Fnsi, Stampa Romana, Asp – e i partiti delle opposizioni che da settimane chiedono di fermare l’acquisizione in odore di conflitto di interesse.

L’interessamento (smentito) di Mondadori

A proposito di un possibile “allargamento” degli interessati all’agenzia di stampa, Reuters aveva riferito di un interessamento per l’Agi da parte del gruppo Mondadori di proprietà della famiglia Berlusconi, ma la presidente Marina Berlusconi ha smentito tale ipotesi.

Anche un eventuale interessamento di Mondadori non avrebbe impedito in ogni caso la formazione di un enorme polo dell’informazione in mano alla destra: la famiglia Berlusconi resta la maggiore finanziatrice di Forza Italia, il partito fondato dall’ex premier Silvio e ora guidato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. Famiglia Berlusconi che inoltre, tramite Paolo, fratello di Silvio, è in affari con lo stesso Angelucci: all’imprenditore del ramo sanità ha venduto le quote di maggioranza de Il Giornale, rimanendo però al suo interno come socio di minoranza.

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