Assedio all’ospedale al Shifa: Israele annuncia il ritiro, Hamas si scusa con gli abitanti di Gaza

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Fine delle operazione israeliane nell’ospedale al Shifa, nei pressi di Gaza City, il più grande nella Striscia. Almeno per il momento. L’operazione era partita un paio di settimane fa. L’esercito dello Stato Ebraico ha comunicato il ritiro lunedì mattina. Secondo il direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nell’operazione sarebbero morti 21 pazienti ma il bilancio resta parziale perché altri corpi potrebbero essere nascosti sotto le macerie. La notizia mentre fonti israeliane hanno rivelato alcuni passi avanti nelle trattative al Cairo.

La guerra è arrivata al 173esimo giorno dopo gli attacchi di Hamas nel sud di Israele dello scorso 7 ottobre e la reazione dello Stato Ebraico. Secondo il ministero della salute di Gaza controllato da Hamas sono oltre 32.845 le persone uccise dall’inizio delle operazioni di Israele nella Striscia di Gaza, oltre 75mila i feriti. L’esercito ha fatto sapere di aver eliminato 200 miliziani nell’operazione all’ospedale al Shifa, dove secondo i militari sia Hamas che la Jihad Islamica avevano stabilito un quartier generale.

La guerra nell’ospedale Al Shifa

Il portavoce delle forze israeliane Daniel Hagari ha raccontato di combattimenti ravvicinati e ha accusato Hamas di aver provocato la distruzione di parte dell’ospedale. Sempre secondo Hagari alcuni miliziani si erano barricati nelle corsie dell’ospedale mentre altri avevano preso di mira il nosocomio con colpi di mortaio. 900 sospetti, tra cui oltre 500 presunti miliziani delle organizzazioni terroristiche, sono stati arrestati. Sequestrate armi e valuta per un valore complessivo di oltre 3 milioni di dollari. L’ospedale era già stato attaccato dall’esercito a novembre.

I residenti di Gaza hanno denunciato la “distruzione totale” dell’ospedale, accusato l’uccisione di civili e innocenti. “Hanno raso al suolo ogni segno di vita”, ha dichiarato un residente citato dal Guardian. Un chirurgo aveva raccontato a BBC che nei giorni dell’attacco i militari avevano tagliato l’energia elettrica e le forniture di acqua. Associated Press e New York Times hanno citato testimonianze secondo cui gran parte dell’edificio è andato distrutto o gravemente danneggiato nelle operazioni. Il portavoce del ministro degli Esteri dell’Iran Nasser Kanaani intanto ha denunciato le “orribili e scioccanti” immagini dall’ospedale Al Shifa e sollecitato “un’indagine internazionale sulle dimensioni di questo aperto crimine di guerra”.

I negoziati in corso in Egitto

Secondo Times of Israel che cita fonti israeliane ci sarebbe “qualche progresso” nei negoziati indiretti in corso in Egitto sul rilascio degli ostaggi israeliani prigionieri nella Striscia. I colloqui “si intensificheranno notevolmente nei prossimi giorni. Il Cairo – si legge sul sito – sta assumendo un ruolo sempre maggiore vista al crescente insoddisfazione israeliana sulla efficacia mediatrice del Qatar e sulla reale volontà di mettere pressione nei confronti di Hamas”.

Al Jazeera intanto ha riportato le parole di un imprecisato leader di Hamas che ha accusato il premier israeliano Benjamin Netanyahu di prendere tempo e di ostacolare i negoziati. L’organizzazione chiede la cessazione dell’”aggressione israeliana”, il ritiro delle “forze di occupazione”, il rientro degli sfollati a Gaza, la ricostruzione e la fornitura di aiuti alla popolazione. Il Forum delle famiglie degli ostaggi ha rivolto un appello al premier affinché non sciolga le trattative senza un accordo.

“Signor primo ministro – si legge nell’appello – noi famiglie degli ostaggi parliamo a nome di tutti i cittadini israeliani e del popolo ebraico che comprendono che il riscatto dei prigionieri è sacro. Ti chiediamo: istruisci la squadra negoziale a non tornare senza un accordo. Concedete agli ostaggi assassinati l’onore di una degna sepoltura sul suolo israeliano. Noi siamo con te!”. Decine di migliaia di israeliani intanto si sono riuniti domenica sera nel centro di Gerusalemme per la più grande protesta contro il governo Netanyahu dallo scorso 7 ottobre: hanno chiesto l’accordo con Hamas ed elezioni anticipate.

Le scuse di Hamas ai Gazawi

Per la prima volta dall’esplosione della guerra Hamas ha pubblicato una dichiarazione sui social in cui si scusa con gli abitanti di Gaza per le sofferenze causate dal conflitto. L’organizzazione ha inviato “un messaggio di ringraziamento al popolo” in cui si risconosce “l’esaurimento” pur ribadendo la volontà di continuare a cobattere per raggiungere “vittoria e libertà”. L’organizzazione ha anche rivendicato le misure per il “controllo dei prezzi” entro i limiti “vista l’aggressione in corso” e ha fatto sapere di comunicare con “tutte le componenti” della società di Gaza, citando altri movimenti armati, “comitati popolari” e “famiglie” per “risolvere i problemi causati dall’occupazione”.

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