Attacco dell’Iran a Israele, dagli USA: “Risposta dello Stato Ebraico sarà limitata, nuove sanzioni a Teheran”

RMAG news

Secondo quanto riporta la Cbs la risposta di Israele all’Iran per l’attacco aereo di sabato scorso includerà un “attacco limitato” sul territorio iraniano. Il media statunitense cita un funzionario dell’amministrazione del Presidente USA Joe Biden: la stessa amministrazione che avrebbe ripetutamente dissuaso Tel Aviv dal rispondere, anche subito dopo l’azione di Teheran con una telefonata tra il Presidente e il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Il consigliere per la sicurezza nazionale americana Jake Sullivan ha fatto sapere che Washington ha intanto imposto nuove sanzioni contro l’Iran dopo l’attacco a Israele.

L’attacco è stato messo in atto sabato sera, ampiamente annunciato dalle intelligence da giorni. L’Iran ha lanciato centinaia di droni e missili contro lo Stato Ebraico: una ritorsione dopo l’attacco israeliano che a inizio aprile aveva colpito la sede diplomatica di Teheran a Damasco, capitale della Siria, e ucciso un importante comandate delle Guardie della Rivoluzione, Mohammad Reza Zahedi, la vittima più illustre nell’esercito iraniano dopo l’eliminazione da parte degli Stati Uniti di Qassem Suleimani a inizio 2020. A questa operazione si era aggiunta nell’ultima settimana l’uccisione di tre figli di Ismail Haniyeh, capo politico di Hamas, gruppo alleato dell’Iran e da mesi in guerra dopo gli attacchi nel Sud di Israele e la reazione dello Stato Ebraico che ha causato quasi 34mila vittime nella Striscia di Gaza.

La risposta di Israele all’Iran

Il 99% dei lanci è stato abbattuto da Israele e dall’alleanza difensiva che comprendeva anche Stati Uniti, Giordania, Regno Unito e Francia. Le cancellerie di mezzo mondo si sono impegnate in questi giorni a prevenire e bloccare un’ulteriore escalation della guerra in Medio Oriente. Lo Stato Ebraico ha subito fatto sapere che ha intenzione di rispondere, soltanto da definire i tempi e i modi opportuni. “L’Iran non la passerà liscia per l’attacco di sabato scorso a Israele – ha dichiarato il portavoce militare Daniel Hagari – Non possiamo restare fermi davanti a questo tipo di aggressione, l’Iran non ne uscirà impunemente”.

Il gabinetto di guerra si è riunito per la terza volta in tre giorni. Il ministro Benny Gantz ha annunciato che qualsiasi tipo di risposta non potrà prescindere dal “coordinamento con gli USA”. Il gabinetto sta valutando diverse opzioni. La risposta diretta sul suolo iraniano, l’attacco agli alleati sciiti nell’area, Hezbollah in testa, o azioni mirate contro i capi dei Pasdaran in patria e all’estero. Dettaglio non da poco è quello di non dover mettere in pericolo i Paesi arabi della regione, come è stato assicurato a Egitto, Giordania e agli Stati del Golfo. Il ministro degli Esteri di Amman Ayman Safadi ha ammonito che la Giordania “non accetterà che si renda il Paese un ulteriore terreno di guerra”.

L’”arma mai usata prima” dall’Iran

L’Iran aveva a sua volta rilanciato, prima avvertendo che “il regime sionista ha oltrepassato le linee rosse. Se il regime continuerà le sue azioni malvagie contro l’Iran con qualsiasi mezzo e livello, riceverà una risposta 10 volte più forte” e quindi annunciando l’uso di “un’arma mai utilizzata prima” come da parole del portavoce della Commissione per la sicurezza nazionale del Parlamento iraniano Abolfazl Amouei. “Qualsiasi mossa di ritorsione contro l’Iran riceverà una risposta orribile, diffusa e dolorosa”, ha insistito il presidente iraniano Ebrahim Raisi. Ad alzare ulteriormente la tensione gli scontri continuati al confine con il Libano con la forza politica e paramilitare sciita, alleata di Hamas e dell’Iran, Hezbollah. L’Idf ha annunciato l’eliminazione di un altro alto comandante sciita.

Le nuove sanzioni degli Stati Uniti contro l’Iran

“A seguito dell’attacco senza precedenti dell’Iran contro Israele, il presidente Biden si è coordinato con gli alleati e i partner del G7 per imporre nuove sanzioni”, si legge nella nota di Sullivan che annuncia le nuove sanzioni a Teheran. Le misure colpiranno in particolare “il programma missilistico e di droni, le entità che sostengono il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica e il ministero della Difesa iraniano”. Gli Stati Uniti, inoltre, “continueranno a lavorare attraverso il Dipartimento della Difesa e il Comando Centrale per rafforzare ed espandere ulteriormente la difesa aerea e missilistica in tutto il Medio Oriente” e non “esiteranno ad agire, in coordinamento con alleati e partner in tutto il mondo, per ritenere il governo iraniano responsabile delle sue azioni dannose e destabilizzanti”.

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