Centrale idroelettrica di Bargi: cos’è l’impianto strategico di Enel, l’esplosione mortale a Suviana

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Si cercano ancora quattro persone, disperse dopo l’esplosione che nel primo pomeriggio di martedì 9 aprile si è verificata nella centrale idroelettrica di Bargi, in provincia di Bologna. Al momento il bilancio riporta tre morti e cinque feriti in gravi condizioni. Le persone coinvolte nell’esplosione erano tutte operai e tecnici impegnati in alcuni lavori di revisione e manutenzione straordinaria che duravano da quasi un anno. Sul posto sono al lavoro le squadre dei vigili del fuoco per individuare i dispersi. La procura di Bologna ha avviato perizie e analisi per ricostruire la dinamica dell’accaduto e sollevare eventuali responsabilità.

La centrale idroelettrica di Bargi è gestita da Enel Green Power. Si trova sotto il livello dell’acqua, sulle sponde del bacino artificiale di Suviana, sull’Appennino bolognese. È una delle centrali più grandi dell’Emilia-Romagna. L’amministratore delegato dell’azienda, Salvatore Bernabei, si è subito recato sul posto dell’incidente. “Nella centrale erano in corso lavori di efficientamento che Enel Green Power aveva contrattualizzato con tre aziende primarie, Siemens, ABB e Voith – ha spiegato l’azienda in una nota – Da quanto ricostruito, il collaudo del primo gruppo di generazione era già terminato nei giorni scorsi e, al momento in cui è avvenuto l’incidente, era in corso il collaudo del secondo gruppo”.

Cos’è la centrale idroelettrica di Bargi

La centrale idroelettrica di Bargi, che si trova nel territorio di Camugnano, al confine tra le province di Bologna è Prato, è stata costruita nel 1975 da Enel con l’intenzione di sfruttare il dislivello di 375 metri tra gli invasi di Suviana e Brasimone. È di tipo a pozzo ed è la più potente dell’Emilia-Romagna. Le turbine hanno una potenza complessiva di 330 MWm, pompano circa 47 metri cubi di acqua al secondo verso il lago Brasimone. La centrale è inserita nel piano di riaccensione della rete nazionale in caso di blackout ed è in grado di sprigionare la sua massima potenza in circa quattro minuti. La produzione avviene tramite la caduta dell’acqua che fa girare una turbina alla quale è collegato un alternatore che trasforma l’energia meccanica in elettrica. Al primo piano si trova il settore delle riparazioni da dove partono i pozzi verticali che arrivano fino al fondo della centrale all’ottavo e nono piano dell’impianto. È sommersa per tre quarti.

 

#Bologna, #esplosione in centrale idroelettrica di #Suviana: 100 #vigilidelfuoco, di cui 61 inviati in rinforzo dalle regioni limitrofe, impegnati nelle delicate operazioni di soccorso [#10aprile 7:30] pic.twitter.com/vE3QRxrQkQ

— Vigili del Fuoco (@vigilidelfuoco) April 10, 2024

La centrale idroelettrica di Bargi è in grado di scambiare, a seconda delle esigenze, enormi volumi di acqua tra i due bacini di Suviana e del Brasimone. L’impianto è costituito dalla diga che crea il lago artificiale, dalle condotte che incanalano l’acqua verso la turbina, dalla centrale idroelettrica con i gruppi di generazione dell’energia. La diga di Suviana non è stata interessata dall’esplosione. Enel Green Power ha fatto sapere che la produzione è stata fermata dopo l’incidente. Ai lavori di manutenzione lavoravano nove aziende: l’impresa esecutrice era Voith Hydro Srl con Meca Scarl, Siemens Energy Srl, Engineering automation srl, Tovoli Primo srl, Tcm srl, Impel System srl, Altameccanica srl, Enel Green Power Spa.

L’esplosione alla centrale di Bargi

L’esplosione si è verificata all’ottavo piano sotto terra della centrale, a circa 40 metri di profondità, dove si trovano le turbine. Ha provocato un incendio, il crollo di un solaio e l’allagamento del nono piano interrato. Non è chiaro cosa abbia causato l’esplosione e l’incendio. Il giorno dell’esplosione era in corso la prova di messa in esercizio che avrebbe dovuto mettere fine ai lavori di manutenzione straordinaria e di riammodernamento. I tre operai che si trovavano nel locale delle turbine erano Pavel Petronel Tanase, di Settimo Torinese (Torino), di 45 anni; Mario Pisano, di San Marzano di San Giuseppe (Taranto), 73 anni; e Vincenzo Franchina, di Sinagra (Messina), di 36 anni.

Secondo alcune ricostruzioni prima dell’esplosione si sarebbe sentito un rumore strano. Il responsabile della comunicazione dei Vigili del Fuoco, Luca Cari, aveva subito riconosciuto come le condizioni dei soccorsi fossero molto difficili anche per l’acqua che stava entrando nella struttura. Una situazione anche pericolosa per gli operatori in azione. “Enel Green Power – si legge in una nota – sarà vicina in ogni modo ai feriti e alle famiglie delle vittime. L’azienda ringrazia le Autorità competenti che stanno lavorando incessantemente alle operazioni di soccorso e a cui sta prestando il massimo supporto”.

 

In relazione al grave incidente occorso nella centrale di Bargi (BO), Enel Green Power esprime ancora profondo cordoglio e vicinanza a tutte le vittime e alle loro famiglie. L’azienda continuerà a dare ogni forma di collaborazione alle autorità preposte per accertare i fatti.

— Enel Green Power (@enelgreenpower) April 10, 2024

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