Chi è il terrorista dell’Isis arrestato a Fiumicino: al setaccio il suo cellulare

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Arrestato dalla polizia all’aeroporto di Fiumicino un cittadino del Tagikistan di 32 anni colpito da mandato di arresto internazionaleper essersi arruolato nelle fila dello stato islamico ed essere andato in Siria a combattere nel 2014“. L’uomo risulta essere un “membro attivo dell’organizzazione terroristica Isis“. A quanto reso noto dalla Questura di Roma, il cittadino tagiko, latitante e con numerosi alias con nazionalità e date di nascita diverse, – in particolare degli stati Uzbekistan, Kirghizistan e Ucraina – è atterrato all’aeroporto di Fiumicino con volo proveniente da Eindhoven (Paesi Bassi) alle 11.45.

Chi è il terrorista dell’Isis arrestato a Fiumicino

L’operazione, svolta dalla Digos capitolina con il coordinamento della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e il contributo della Polizia di Frontiera di Fiumicino si è svolta in considerazione delle attività anti terrorismo preventive della polizia di stato e della Digos di Roma in particolare, in considerazione della estrema delicatezza dell’attuale scenario internazionale. Il tagiko Ilkhomi Sayrakhmonzoda, sulla base di una ‘red notice‘ dell’Interpol, non compare nelle banche dati delle forze dell’ordine italiane, non ha dunque precedenti sul territorio nazionale, a quanto si apprende.

Perché il latitante tagiko è venuto in Italia?

Al 32enne è stato sequestrato il telefonino cellulare e duemila euro in contanti. Non risulta che l’uomo fosse di passaggio allo scalo romano diretto verso un altro Paese. Gli investigatori, anche attraverso l’analisi del telefonino, puntano ora a capire quale fosse la sua meta in Italia e quali i suoi eventuali contatti da incontrare. “L’arresto di un cittadino del Tagikistan avvenuto oggi grazie all’attività della Polizia di Stato rappresenta un risultato molto importante, il frutto dell’efficace attività di prevenzione svolta dai nostri apparati sul territorio nazionale per contrastare la minaccia terroristica“. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

L’arrivo dall’Olanda, il cellulare e i contanti: le indagini

È la conferma, ha spiegato Piantedosi, della “proficua cooperazione con le Forze di polizia di altri Paesi. Con i nostri partner internazionali, infatti, esiste una costante condivisione sia del patrimonio informativo sia delle strategie operative per fronteggiare efficacemente i profili di rischio“. Il titolare del Viminale ha espresso l’apprezzamento per l’importante operazione al capo della Polizia, Vittorio Pisani, pregandolo di estenderlo al personale della Polizia di prevenzione, della Polizia di frontiera di Fiumicino e della Digos della questura di Roma.

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