Chi è la Moglie di Francesco Acerbi, Claudia Scarpari e il caso Juan Jesus: “Ora sciacquatevi la bocca”

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Dopo l’assoluzione di Francesco Acerbi dall’accusa di aver pronunciato offese razziste nei confronti di Juan Jesus, la prima a esultare è stata sua moglie, Claudia Scarpari: “Ora sciacquatevi la bocca!”, ha scritto a commento della notizia sulla pagina ‘Chiamarsi Bomber’. E poi in una stories su Instagram: “Cin cin a chi insulta i familiari. A chi minaccia la vira dei figli. Ai leoni da tastiera. A chi ha sommerso di insulti me e i miei figli per giorni interi, cin cin. Ne avete bisogno”. Nei giorni scorsi sui social di marito e moglie il popolo del web si era scagliato contro di loro. Ma chi è Claudia Scarpari?

Chi è Claudia Scarpari, avvocato di 35 anni

Nata a Suzzara, in provincia di Mantova, ha 35 anni ed è un avvocato. Sul suo profilo Instagram si legge “mamma, moglie, amica e avvocato”. E infatti Claudia Scarpari è tutto questo. Sui suoi social racconta la sua quotidianità: ai fornelli con il marito Franceso Acerbi, con i figli, in palestra, in viaggio. Ha conosciuto Francesco Acerbi nell’estate 2020 mentre erano in vacanza al mare.

Claudia Scarpari e la storia d’amore con Francesco Acerbi

Per un periodo si è trasferita a Roma, quando il marito giocava nella Lazio, per poi ritornare in Lombardia nel 2022, quando il marito ha indossato la maglia dell’Inter di Simone Inzaghi. I due sono molto uniti e sul suo profilo Instagram non mancano di commentarsi a vicenda. Claudia ha quasi 40mila follower solo sulla pagina instagram. Da quando stanno insieme non ha mai smesso di sostenere il marito allo stadio.

Claudia Scarpari, due figli e un grande amore

La coppia ha due figlie: Vittoria è nata nel settembre 2021, mentre nell’agosto scorso è nata la loro secondogenita, Nala. Le bimbe compaiono spesso in dolcissime foto coni genitori.

Cosa è successo tra Acerbi e Juan Jesus

Si giocava il secondo tempo del posticipo serale di Serie A, finita 1 a 1 tra Inter e Napoli. Juan Jesus a un certo punto si avvicinava all’arbitro La Penna. “Mi ha chiamato negro”, aveva detto al direttore di gara. A fine partita, ai microfoni di Dazn, lo stesso difensore Azzurro aveva smorzato i toni della questione. “Acerbi è andato oltre con le parole ma poi ci siamo chiariti: tutto finito, sono cose di campo”. Al posto di Acerbi è stato convocato il difensore della Roma Gianluca Mancini. Il caso è esploso proprio nella giornata dedicata dalla Lega calcio alla campagna contro il razzismo.

Acerbi avrebbe spiegato all’allenatore della Nazionale Luciano Spalletti di non aver apostrofato con alcun intento diffamatorio, denigratorio o razzista il difensore brasiliano del Napoli. Era arrivato stamattina al ritiro della Nazionale a Roma. Durissimi i commenti apparsi sulle pagine social di Acerbi dopo l’accaduto. Al momento, nonostante le voci riportate dai media, non c’è alcun riscontro su una possibile squalifica al calciatore. Secondo alcuni rischierebbe dieci giornate di squalifica qualora gli insulti dovessero essere confermati. Alle 16:00 gli azzurri sosterranno la prima seduta di allenamento al CPO Giulio Onesti all’Acqua Acetosa, dove alle 17:45 si terrà anche la conferenza stampa del Ct Luciano Spalletti. Domani alle 10:20 è fissata la partenza per Stati Uniti, con l’arrivo a Miami previsto alle 17:05 ora locale.

“Il calciatore Francesco Acerbi — si legge nel comunicato della Federcalcio — arrivato questa mattina nel ritiro della Nazionale a Roma, ha spiegato al c.t. Luciano Spalletti e ai compagni di squadra, come previsto dalla policy interna del Club Italia, la propria versione sulla presunta espressione razzista segnalata dal calciatore Juan Jesus nel corso della gara Inter-Napoli. Dal resoconto del difensore nerazzurro, in attesa che venga ricostruito quanto avvenuto nel rispetto dell’autonomia della giustizia sportiva, è emerso che non vi è stato da parte sua alcun intento diffamatorio, denigratorio o razzista”.

Il verdetto: Acerbi assolto per l’insulto razzista a Jesus

Il giudice sportivo della Serie A ha assolto Francesco Acerbi, difensore dell’Inter, accusato da Juan Jesus del Napoli di avergli rivolto insulti razzisti. Il nerazzurro, secondo quanto apprende LaPresse, è stato scagionato per insufficienza di prove. Nelle sue motivazioni, il giudice sportivo Gerardo Mastrandrea spiega che “la sequenza dei fatti in campo, ricostruita in base ai documenti ufficiali, con l’ausilio del direttore di gara e comunque visibile in video è sicuramente compatibile con l’espressione di offese rivolte, peraltro non platealmente (con modalità tali cioè da non essere percepite dagli altri calciatori in campo, dagli Ufficiali di gara o dai rappresentanti della Procura a bordo del recinto di giuoco), dal calciatore interista, e non disconosciute nel loro tenore offensivo e minaccioso dal medesimo ‘offendente’, il cui contenuto discriminatorio però, senza che per questo venga messa in discussione la buona fede del calciatore della soc. Napoli, risulta essere stato percepito dal solo calciatore ‘offeso‘ (Juan Jesus), senza dunque il supporto di alcun riscontro probatorio esterno, che sia audio, video e finanche testimoniale“.

Il giudice sportivo rileva inoltre la necessità che “l’irrogazione di sanzioni così gravose” come quelle previste nei casi di razzismo “sia corrispondentemente assistita da un benché minimo corredo probatorio, o quanto meno da indizi gravi, precisi e concordanti in modo da raggiungere al riguardo una ragionevole certezza“. Pur riconoscendo che il caso “è teoricamente compatibile anche con una diversa ricostruzione dei fatti, essendo raggiunta sicuramente la prova dell’offesa ma rimanendo il contenuto gravemente discriminatorio confinato alle parole del soggetto offeso“, il giudice sportivo ha quindi stabilito che “non si raggiunge nella fattispecie il livello minimo di ragionevole certezza circa il contenuto sicuramente discriminatorio dell’offesa recata“.

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