Chi è Luca Sammartino, il vicegovernatore siciliano della Lega sospeso per corruzione: il passato tra Udc, Pd e renziani

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Luca Sammartino era appena rientrato martedì da Vinitaly, la più importante kermesse italiana sul vino che si tiene annualmente alla Fiera di Verona, dove aveva gestito la partecipazione della Regione Sicilia, quando è stato travolto dal caso giudiziario.

Perché il vicepresidente della Regione guidata dal forzista Renato Schifani, assessore all’Agricoltura e uomo forte della Lega in Sicilia, è indagato per corruzione nell’inchiesta della Procura di Catania su presunte infiltrazioni al Comune di Tremestieri Etneo: il gip ha disposto nei suoi confronti la sospensione per un anno dalle funzioni pubbliche.

Luca Sammartino: chi è?

Sammartino, 39enne politico “rampante”, ha già un curriculum da vecchia volpe della politica: è passato infatti dall’Udc, con cui ha corso alle Regionali del 2012 risultato il più votato a Catania, al Pd renziano, con l’elezione nel 2017 con record di preferenze.

Sammartino quindi segue Renzi in Italia Viva, salvo poi fare un salto carpiato aderendo alla Lega di Salvini, col vicepremier che accoglie nel partito anche la sua compagna Valeria Sudano, oggi deputata del Carroccio.

Come ricorda l’Ansa solo qualche mesa fa nella disputa interna alla Lega siciliana proprio la la corrente Sammartino aveva prevalso rispetto all’ala che faceva riferimento all’eurodeputata Annalisa Tardino poi sostituita alla guida del Carroccio da Claudio Durigon.

L’indagine per voto di scambio e corruzione in Sicilia

Luca Sammartino è indagato nell’ambito dell’inchiesta ‘Pandora’, che ha portato i carabinieri del comando provinciale di Catania all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di 11 persone tra politici, funzionari comunali e imprenditori accusati, a vario titolo, di scambio elettorale politico – mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione aggravata, istigazione alla corruzione e turbata libertà degli.

Tra i nomi ‘grossi’ oltre a Sammartino figura il sindaco di Tremestieri Etneo Santi Rando, ma anche il suo storico ex oppositore Mario Ronsivalle, poi passato tra le sue fila nelle amministrative del 2021.

Secondo la Procura distrettuale etnea dall’inchiesta emergerebbero infatti accordi illeciti tra alcuni amministratori del Comune di Tremestieri Etneo ed elementi vicini alla cosca mafiosa Santaopaola-Ercolano riguardanti l’elezione nel 2015 dell’attuale sindaco Santi Rando, finito in carcere con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso e corruzione aggravata.

Procura che parla di “degenerazione affaristica” del Comune, “messa  in atto dai funzionari infedeli mediante numerose corruttele, per concedere permessi e assegnare lavori agli ‘imprenditori amici’”.

Emergerebbe inoltre, secondo la ricostruzione dell’accusa, “una strategia dei vertici comunali” finalizzata a “neutralizzare ogni forma di opposizione politica“. Per la Procura sarebbe stato “l’accordo corruttivo con lo storico consigliere d’opposizione Mario Ronsivalle, poi transitato tra i sostenitori di Rando per le amministrative del 2021“. Ronsisvalle, titolare di una farmacia a Tremestieri, contesta la Procura “anche grazie all’intervento di Luca Sammartino”, principale referente politico del sindaco Santi Rando e all’epoca dei fatti deputato regionale, “sarebbe stato avvantaggiato attraverso la riduzione del numero delle farmacie presenti nella pianta organica comunale, promettendo in cambio il sostegno elettorale, per le elezioni europee del 2019, al candidato sostenuto dal Sammartino“. Il riferimento in questo caso è a Caterina Chinnici, la magistrata figlia del giudice assassinato da Cosa nostra nel 1983: Chinnici è però estranea all’inchiesta, in quanto non a conoscenza della manovre poste in essere da Sammartino.

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