Da Rabin a ‘Bibi’, passando per Gantz: da sinistra a destra Israele vuole solo la guerra

RMAG news

La destra vince per mancanza di un’alternativa che sia davvero tale e non una fotocopia “light”. Vince per assenza di sinistra. Perché quel che resta del glorioso Labor, il partito di Ben Gurion, Golda meir, Moshe Dayan, Yitzhak Rabin, Shimon Peres, è ridotto a forza residuale.

La destra vince perché per dar vita ad un vero “governo del cambiamento” non basta lo slogan “Tutti meno Bibi”. Una riflessione critica di Gideon Levy su Haaretz. che parte dall’oggi: «La partecipazione di Benny Gantz al funerale di Naomi Polani martedì scorso ha fatto riaffiorare dolci ricordi di giorni lontani, prima che iniziassero i problemi.

Un generale e un ministro di governo al funerale di un famoso artista teatrale è una cosa che non si vedeva da molti anni, soprattutto nel bel mezzo di una guerra. Il bellissimo cimitero si trova sulla riva del Kinneret, con la tomba di Berl e la palma bassa di Rachel; Gantz con Polani, proprio come Yitzhak Rabin con Haim Hefer, entrambi, tra l’altro, membri del Chizbatron.

L’evento aveva l’aroma nostalgico di un passato lontano, dell’Israele bello che molti desiderano ma che non c’è più. Per un momento, sulla riva del Kinneret, Gantz ha assomigliato a un membro del vecchio Movimento Laburista come Rabin, anche se in modo minore. Due giorni prima, all’indomani dell’attacco iraniano, Gantz ha parlato esattamente come Rabin e ha annunciato che Israele “esigerà il prezzo dall’Iran nei modi e nei tempi che riterremo opportuni”. La tradizionale danza della vendetta e della deterrenza».

«Insieme a Gadi Eisenkot ha persino chiesto al gabinetto, secondo quanto riferito, di lanciare un attacco all’Iran nel corso della sua offensiva missilistica contro Israele. Ecco la versione completa di Rabin, ecco l’unica alternativa significativa alla destra israeliana, che in fin dei conti non è altro che una sua replica».

E qui Levy entra nel “campo minato”: quello del mito infranto. «Se si toglie l’aura mitologica di pace che si è creata intorno a Rabin dopo il suo assassinio – contrariamente a quanto si crede – Gantz è il successore di Rabin, sia al cimitero sul mare di Galilea che nel gabinetto di sicurezza. Questo non è necessariamente un merito di Gantz.

Dopo una guerra fallita nella Striscia di Gaza, che Israele avrebbe fatto meglio a non intraprendere e che Gantz ed Eisenkot hanno sostenuto con ardore fin dal primo giorno, non hanno mai smesso di sostenerla e non hanno pensato di chiedere di porvi fine, è arrivato l’intreccio con l’Iran, dopo un altro inutile assassinio a Damasco.

Gantz non si è schierato contro l’uccisione mirata e ora vuole colpire anche l’Iran. Che militarismo, che sinistra sionista, che somiglianza con Rabin. Ancora una volta è stato dimostrato che in Israele non ci sarà mai opposizione a un atto di guerra. Solo gli atti di pace hanno un’opposizione.

Ancora una volta è stato dimostrato che sulle questioni fondamentali della guerra, dell’occupazione, dell’apartheid e degli insediamenti, non ci sono realmente disaccordi tra la destra e la sinistra sionista, tra il Primo Ministro Benjamin Netanyahu e Gantz.

Anche Rabin ha sempre sostenuto la forza. Rabin, come lui, sedeva nel gabinetto con la destra. Le circostanze erano diverse, ma il comportamento era simile. Come ministro della difesa nel governo di Yitzhak Shamir, Rabin pensava che il nemico principale di Israele fosse la Siria, non i palestinesi.

Rabin consigliò Ariel Sharon durante l’assedio di Beirut e sostenne l’istituzione della zona di sicurezza nel sud del Libano, che in realtà era un’altra occupazione israeliana. Rabin sostenne anche gli efferati omicidi a Tunisi e adottò misure dure e violente durante la prima Intifada, che per lui fu una sorpresa assoluta.

“Dobbiamo spezzare loro le braccia e le gambe”, disse il Premio Nobel per la Pace, che vinse il premio per aver partecipato agli accordi di Oslo. Questi ultimi, a posteriori, si sono rivelati non solo inadeguati, ma anche irrimediabilmente dannosi. Anche Gantz sostiene tutti gli atti di guerra del governo, anche lui vuole uccidere e distruggere, solo con più delicatezza del Ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir.

La scusa per il suo ingresso nel gabinetto è quella di moderare il governo di destra radicale, ma non c’è traccia di un suo intervento in tal senso. Se dopo il successo nel bloccare l’attacco iraniano e la formazione di una nuova e fragile coalizione internazionale al fianco di Israele, Gantz suggerisce l’attacco e la vendetta, perché abbiamo bisogno di un’alternativa alla destra? Gantz non ha chiesto di fermare la guerra a Gaza e non ha invitato alla moderazione dopo l’attacco iraniano.

Un atteggiamento che rischia di dilapidare un credito internazionale che gli ayatollah hanno offerto a Israele. “I risultati ottenuti da Israele di fronte all’attacco iraniano sono stati impressionanti, la difesa è stata efficace e la coalizione internazionale è stata sorprendente. Ma Israele non perderà mai l’occasione di commettere un errore fatale”. Rabin avrebbe certamente chiesto di colpire l’Iran adesso. Esattamente come Gantz».

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