Droga nel vibonese, indagato anche il presunto omicida di Maria Chindamo

Droga nel vibonese, indagato anche il presunto omicida di Maria Chindamo

Il Quotidiano del Sud
Droga nel vibonese, indagato anche il presunto omicida di Maria Chindamo

Nel blitz sulla droga nel vibonese, nell’ambito dell’inchiesta Maestrale Carthago, indagato anche Salvatore Ascone, considerato dall’accusa uno dei presunti assassini di Maria Chindamo

VIBO VALENTIA – Tra le persone finite nel blitz antidroga, nell’ambito della maxi inchiesta Maestrale Carthago, condotta dai carabinieri di Vibo e coordinata dalla Dda di Catanzaro figura anche Salvatore Ascone, alias “Pinnularo”, che avrebbe svolto il triplice ruolo di finanziatore, promotore e organizzatore delle presunte attività illecite, ma non quello di partecipe del sodalizio, gestendo una specifica articolazione del sodalizio che si occupava della fornitura dello stupefacente, vantando canali autonomi di approvvigionamento, e riforniva stabilmente il sodalizio di ingenti quantitativi di droga, avvalendosi per tale attività dell’opera di intermediazione del figlio Rocco, del loro operaio Laurentiu Gheorghe Nicolae e del pentito Emanuele Mancuso il quale a sua volta, in qualità di partecipe, facente parte della specifica articolazione del gruppo, avrebbe funto da intermediatore tra Giuseppe Antonio Accorinti, boss di Zungri, Michele Galati, ritenuto a capo della Locale di ’ndrangheta di Mileto e proprio Ascone.

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DROGA NEL VIBONESE, INDAGATO ANCHE ASCONE TRA GLI IMPUTATI PER L’OMICIDIO DI MARIA CHINDAMO

Salvatore Ascone, 58 anni, di Limbadi, è attualmente imputato in Corte d’Assise a Catanzaro nel processo per l’omicidio di Maria Chindamo, l’imprenditrice 44enne di Laureana di Borrello scomparsa la mattina del 6 maggio 2016 nel territorio di Limbadi e della quale gli inquirenti non hanno mai trovato il corpo. Per quell’episodio di lupara bianca, Ascone è accusato di aver collaborato alla pianificazione, organizzazione ed esecuzione del delitto in concorso con l’ex suocero di Maria Chindamo, Vincenzo Punturiero, che è deceduto, il quale lo avrebbe commissionato perché imputava il suicidio del figlio alla separazione che questi aveva avuto dall’imprenditrice. Ascone avrebbe partecipato avendo interesse, in proprio e in qualità di referente della cosca Mancuso, ad acquisire un terreno dell’imprenditrice.

GLI ALTRI INDAGATI PER L’OMICIDIO DI MARIA CHINDAMO

Oltre a Salvatore Ascone sono indagati il figlio Rocco che secondo il gip svolgeva unicamente attività esecutiva delle direttive fornitegli dal padre, e l’operaio Laurentiu Gheorghe Nicolae, il quale agiva alle dirette dipendenze del datore di lavoro anche per la cura degli animali. Entrambi questi nomi emergono nell’inchiesta per l’omicidio di Maria Chindamo ma l’azione penale è stata esercitata solo per Salvatore Ascone, il cui ingresso della proprietà è di rimpetto a quello che fa accedere ai terreni della donna, luogo in cui quest’ultima è stata sequestrata senza che le telecamere poste proprio di fronte, nella proprietà dell’imputato abbiano ripreso alcunché per via di un guasto che secondo la Dda, è stato provocato poche ore prima proprio per nascondere i rapitori e assassini della 44enne.

Il Quotidiano del Sud.
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