Ermal Meta: la vita privata. La compagna e il nuovo album Buona Fortuna dedicato alla figlia

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Ha 43 anni e quasi 20 anni di carriera alle spalle. All’orizzonte due sfide importanti, una di carattere professionale ed un’altra riguardante la sua vita privata. Ermal Meta, cantautore e musicista, condurrà il Concertone del Primo Maggio (insieme a Noemi) e a giugno diventerà padre. Tra poco più di un mese, infatti, nascerà Fortuna, bimba concepita insieme alla sua compagna. Proprio a lei è dedicato il nuovo disco dell’artista che si chiama, appunto, Buona Fortuna. In una recente intervista, rilasciata al Corriere della SeraMeta ha raccontato le luci e le ombre della sua vita. Per fortuna sembra che queste ultime siano alle spalle, mentre all’orizzonte ci sia solo molta luce da esplorare.

Chi è Ermal Meta

Non vedo l’ora di conoscere Fortuna, sono pronto. Nell’album ho cercato di spiegare come vedevo il mondo finché la aspettavo. Glielo farò ascoltare quando sarà in grado di capire la musica. Perché la fortuna? Esistono le casualità positive, ma la fortuna è qualcosa che si costruisce pian piano. Ognuno se la crea attraverso ciò che fa o non fa, nel modo in cui affronta la quotidianità e se stesso. Alla fine, se non impari ad affrontare te stesso è difficile affrontare tutto il resto“. In merito alle ombre, il cantante ha dichiarato: “Sono stato un auto-sabotatore per tanto tempo, ma ho imparato ad affrontare questa parte di me. Ho fatto tanta terapia per riuscire ad arginarmi perché succede che ad un certo punto non ti trovi più a tuo agio con le cose belle che ti capitano. A 25-26 anni c’erano dei momenti in cui avrei potuto avere risultati migliori, ma evitavo di fare cose importanti per la mia carriera o mi mettevo nei casini con comportamenti poco chiari. Faceva tutto parte di un processo del subconscio. Ho iniziato un percorso e con fatica sono riuscito a dipanare un po’ di nuvole. La terapia è stata fondamentale“.

Ermal Meta: il Primo maggio e il nuovo album dedicato alla figlia

Nel mondo dello spettacolo c’è un imperativo che è quello di essere performanti – ha affermato Meta solo che ci sono momenti in cui ciò che arriva dall’esterno non corrisponde a ciò che senti, quindi si crea una spaccatura. A questi ragazzi consiglierei di chiedersi se ciò che fanno corrisponde con ciò che sono. I concerti, i palazzetti, gli stadi, sono cose meravigliose, ma a volte dentro ti senti schiacciato. Beh, sappiate che è tutto normale, può succedere. Il 2017 e 2018 sono stati gli anni lavorativamente più belli della mia vita, ma sono stati terrificanti dal punto di vista interiore perché soffrivo tantissimo di attacchi di panico. Mi succedeva a ogni concerto: nel 2017 ne ho fatti 80 e nel 2018 ne ho fatti 46. Tutti, nessuno escluso, sono stati così: andavo in apnea per i primi 4 o 5 pezzi, salivo sul palco e cominciavo a saltare per cercare di sciogliermi. È stato difficile. Già dal 2016, poi, non riuscivo più a prendere gli aerei“.

Ermal Meta e l’importanza della terapia

Nato a Fier in Albania e naturalizzato italiano, Meta è giunto a Bari con la madre, la sorella e il fratello quando aveva 13 anni. La ‘fuga’ è stata necessaria per sfuggire alle violenze paterne. Figlio d’arte, in quanto la madre è una violoncellista, Meta è cresciuto ascoltando musica classica. Dall’età di 16 anni ha iniziato a studiare pianoforte e chitarra. Ameba 4 e la Fame di Camilla sono state le band musicali di cui ha fatto parte prima di intraprendere la carriera da solista. Percorso culminato con la vittoria del Festival di Sanremo nel 2018, in coppia con Fabrizio Moro: la canzone portata sul palco dell’Ariston era ‘Non mi avete fatto niente‘. Meta è anche autore di molti brani interpretati da tanti artisti italiani ed ha arrangiato alcuni pezzi dei Negrita.

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