Frana di Maierato, tutti assolti dopo “solo” 14 anni

Frana di Maierato, tutti assolti dopo “solo” 14 anni

Il Quotidiano del Sud
Frana di Maierato, tutti assolti dopo “solo” 14 anni

Sentenza a 14 anni dai fatti, la Procura chiede l’assoluzione per gli otto imputati nel processo e il tribunale accoglie: tutti assolti e nessun colpevole per la frana di Maierato

VIBO VALENTIA – La procura di Vibo aveva chiesto l’assoluzione, la difesa, ovviamente, anche e alla fine la sentenza del Tribunale collegiale presieduto dal giudice Grillone ha accolto le richieste. A “solo” 14 anni dai fatti, si è concluso il procedimento penale che ha viste imputate otto persone per disastro doloso in relazione alla gigantesca frana che il pomeriggio del 15 febbraio del 2010 interessò il borgo di Maierato senza fortunatamente creare vittime sol perché, qualche ora prima, l’allora sindaco Sergio Rizzo dispose l’evacuazione di numerose abitazioni.

All’ultima udienza il pm Filomena Aliberti aveva chiesto l’assoluzione per tutte le persone a processo chiarendo che l’imputazione era stata formulata sulla scorta delle risultanze della consulenza dei Consulenti tecnici di parte nominati all’epoca ma che l’istruttoria dibattimentale, e in particolare l’esame dei periti delle difese delle difese, ha dimostrato che quelle tesi non erano fondate determinando l’insussistenza dei fatti contestati.

FRANA DI MAIERATO, TUTTI ASSOLTI GLI IMPUTATI, ECCO CHI SONO

La sentenza pronunciata oggi ha quindi riguardato Silvano Fiorillo (55 anni di Vibo Valentia), titolare dell’azienda “Martens srl”, attiva nel campo della produzione di saponi; Domenico Antonio Bilotta (89 anni), legale rappresentante della “Vetromed Spa” per la lavorazione del vetro; Carmine Sardanelli (87 anni), titolare della ditta “Intertonno Srl” che si occupa dell’inscatolamento del tonno; Giacinto Callipo (51 anni, di Pizzo), titolare della “Vercall” che si occupa della verniciatura di profilati in alluminio; Giorgio Aldo Cinquegrana (68 anni di Maierato), responsabile del servizio Urbanistica e Ambiente del Comune di Maierato; Filippo Silvio Silvaggio (72 anni di Maierato), responsabile dei procedimenti dell’Ufficio tecnico del Comune; Gianfranco Comito (67 anni di Vibo), dirigente protempore della Provincia del settore Difesa del suolo; Francesco De Fina (74 anni di Sant’Onofrio), dirigente protempore della Provincia con le stesse mansioni di Comito.

LE ACCUSE MOSSE DALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI VIBO VALENTIA

Le indagini della Procura al tempo guidata da Mario Spagnuolo risalivano al 2008, a seguito della denuncia di un contadino che aveva segnalato una strana colorazione del fosso “Scuotapriti” accompagnata de esalazioni nauseabonde, provenienti dal depuratore e dall’illecito smaltimento di reflui industriali inquinanti nel predetto fosso. La procura iscrisse nel registro degli indagati le persone finite poi a processo in quanto dagli accertamenti era emerso che tutti loro avrebbero causato la frana di proporzioni tali da esporre a un concreto pericolo la collettività.

Nello specifico, tali condotte, secondo gli inquirenti, avrebbero contribuito ad acidificare fortemente le acque del Fosso Scuotapriti che, attraverso l’ininterrotto scorrimento sotterraneo tra le rocce carbonatiche caratteristiche del sottosuolo, avevano provocato la lenta e progressiva destrutturazione dei calcari. Ciò, combinato con la sovrassaturazione dell’area dovuta, oltre che a deflussi superficiali e allo scarico di acque bianche, anche alle copiose precipitazioni registratesi nei giorni immediatamente precedenti all’evento, avrebbe provocato una repentina accelerazione del processo di dissoluzione delle rocce e quindi il collasso del sistema geologico di località “Giardino”.

Ma tale tesi, come detto, non ha retto nel corso del dibattimento inducendo lo stesso Ufficio di procura prima a chiedere l’assoluzione e il Tribunale poi a sentenziarla

Il collegio difensivo era formato dagli avvocati Vincenzo Trungadi, Giuseppe Di Renzo, Mario Zanchetti, Domenico Sorace e Nazzareno Rubino, Bruno Ganino, Nazzareno Latassa e Marcello Scarmato. Parti offese nella vicenda erano il Comune di Maierato, la Regione Calabria, il Ministero dell’Ambiente e l’associazione Legambiente.

Il Quotidiano del Sud.
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