Georgia a ferro e fuoco: feriti e arresti per la “legge russa” sugli “agenti stranieri”, Tbilisi si allontana dall’Europa

RMAG news

Scontri a Tbilisi, capitale della Georgia. Almeno otto persone sono rimaste ferite, 63 le persone arrestate nelle proteste nei pressi del Parlamento nazionale, manifestavano contro il disegno di legge sugli “agenti stranieri”. La legge è stata approvata dal Parlamento in seconda lettura con 83 voti a favore e 23 contrari dopo il primo voto svoltosi il 18 aprile. Il partito al potere, “Sogno georgiano”, vuole adottare il testo in maniera definitiva in terza lettura entro metà maggio. Tutto questo ha portato migliaia di persone a protestare in piazza. Dalle immagini si vedono roghi, bandiere dell’Europa sventolate, manifestanti con maschere antigas, getti d’acqua sparati per disperdere la folla.

I manifestanti che hanno animato i cortei hanno provato più volte a irrompere nel parlamento e ad appiccare un rogo di fronte a uno degli ingressi secondari dell’edificio. Gli agenti in assetto antisommossa hanno risposto con schiumogeni antincendio, gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e spray al peperoncino. Diversi manifestanti hanno denunciato anche l’uso, da parte delle forze dell’ordine, di proiettili di gomma. Alcuni hanno mostrato le immagini delle ferite sui social. Le accuse sono state smentite dal ministero dell’Interno, durante una conferenza stampa del viceministro Aleksandre Darakhvelidze. Picchiato il deputato Levan Khabeishvili, presidente del Movimento Nazionale Unito dell’ex presidente incarcerato Mikheïl Saakachvili, il principale partito di opposizione.

A fornire i numeri della serata di scontri il ministero della Sanità del Paese. I feriti “hanno riportato lesioni di vario tipo – si legge nel comunicato – , tra cui lesioni al viso, alla testa e in varie parti del corpo, oltre a intossicazioni e complicazioni alle vie respiratorie”. Decine di manifestanti e un funzionario del ministero dell’Interno hanno ricevuto assistenza sul posto dalle venti autoambulanze in servizio nella zona del Parlamento. In autunno, in Georgia, si terranno le elezioni legislative.

Cos’è la legge sugli “agenti stranieri” che ha scatenato le proteste in Georgia

La mozione è stata presentata nel febbraio 2023. È stata ritirata a causa delle critiche dei cittadini, già l’anno scorso vennero organizzate manifestazioni molto partecipate. Per il governo serve a salvaguardare la sovranità nazionale, per gli oppositori è un bavaglio alla libertà d’espressione e una minaccia al percorso di integrazione europea. La legge “sulla trasparenza dell’influenza straniera” punta a limitare le attività dei media e delle organizzazioni non governative possedute da entità straniere o che ricevono finanziamenti dall’estero. Se gli enti riceveranno più del 20% dei loro fondi da istituzioni straniere dovranno registrarsi come “organizzazioni portatrici degli interessi di una potenza straniera”.

Sarebbero inoltre costrette a condividere informazioni riservate, con la pena di dover osservare sanzioni fino a circa diecimila dollari. È diventata nota come “legge sugli agenti stranieri” e anche come legge “filo-russa” o “legge russa” per via di una legge simile approvata a Mosca nel 2012. La mozione era stata rivista per sostituire il termine “agente di influenza straniera” con “organizzazione che promuove gli interessi di una potenza straniera” mentre il resto del testo è rimasto invariato. Non è bastato a placare ed evitare le proteste. Se da una parte è possibile che la presidente Salome Zourabichvili metta il veto, è anche vero che potrebbe essere aggirato da una maggioranza assoluta in Parlamento. L’approvazione allontanerebbe Tbilisi dal percorso di integrazione all’Unione Europea partito lo scorso dicembre, la Georgia ha ottenuto lo status di candidato.

“Condanno fermamente la violenza contro i manifestanti in Georgia – le parole dell’Alto Rappresentante per la Politica Estera Europea Josep Borrell – che manifestavano pacificamente contro la legge sull’influenza straniera. La Georgia è un paese candidato all’adesione all’Ue, chiedo alle sue autorità di garantire il diritto di riunione pacifica. L’uso della forza per reprimerlo è inaccettabile”.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *