Gérard Depardieu, l’attore francese leggenda vivente del cinema d’oltralpe, verrà posto in custodia di polizia in relazione alle accuse di violenza sessuale lanciate nei suoi confronti da due donne. Il 75enne è stato convocato questa mattina in commissariato di polizia, come annuncia BFM-TV, per essere interrogato su due casi che lo riguardano.
Le accuse contro Gérard Depardieu
Contro di lui le accuse di due donne che sostengono di esser state molestate dall’attore sul set di due film, uno del 2014 e l’altro del 2021: “Magicien et les Siamois” e “Les Volets Verts”.
Nel caso de “Magicien et les Siamois”, il film del 2014, la violenza sarebbe avvenuta nella casa di Depardieu alcuni giorni prima dell’inizio delle riprese. L’accusa nei confronti dell’attore è di aver fatto commenti osceni sull’assistente di 24 anni, le avrebbe poi toccato le parti intime, molestia che si sarebbe ripetuta anche sul set insieme a esplicite proposte sessuali.
Nel secondo caso, riguardante il set cinematografico di “Les Volets Verts”, la vittima sarebbe una decoratrice 53enne: quest’ultima ha raccontato che l’attore l’avrebbe bloccata e toccata nelle parti intime e d’aver ricevuto proposte sessuali indecenti, per poi venire “salvata” dall’intervento di una persona della troupe. Depardieu, che sarebbe stato obbligato a scusarsi nei suoi confronti dopo una indagine interna della produzione del film, avrebbe poi telefonato alla 53enne decoratrice per insultarla.
I “precedenti” di Depardieu
Non sono i primi problemi di natura giudiziaria per Depardieu: l’attore è stato incriminato nel dicembre 2020 per stupro e violenza sessuale nei confronti dell’attrice Charlotte Arnould.
Depardieu è stato poi travolto negli scorsi mesi dalle accuse presenti nell’inchiesta tv “Gérard Depardieu: la chute de l’ogre”, mandata in onda su France2.
L’inchiesta raccoglie testimonianze che inchioderebbero l’attore ai suoi comportamenti: ma soprattutto mostra estratti di un viaggio compiuto da Depardieu in Corea del Nord durante il quale faceva commenti sessisti e osceni sulle donne, persino su una bambina di dieci anni. Immagini che arrivano da un documentario realizzato nel 2018 e mai trasmesso prima dallo scrittore Yann Moix (che aveva denunciato come le immagini fossero state diffuse senza il suo consenso) durante il viaggio dell’attore francese in Corea del Nord per celebrare i 70 anni del regime di Pyongyang.
