Guerra a Gaza, negoziati in salita: per Hamas “posizioni troppo lontane” per trattare

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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu lascerà momentaneamente la guida del governo.

Il 74enne leader del Likud stasera si sottoporrà ad un intervento chirurgico all’ernia, come reso noto dall’ufficio del capo del governo, operazione che avverrà in anestesia generale.

Per questo, come da prassi, il ministro della Giustizia Yariv Levin assumerà la carica di capo del governo ad interim durante l’operazione.

L’ernia è stata diagnosticata al premier israeliano durante un controllo di routine effettuato ieri. Nello scorso mese di luglio, Netanyahu era stato operato al cuore dove gli è stato impiantato un pacemaker dopo un malore.

Stallo nei negoziati

Sugli attesi negoziati che dovrebbero iniziare oggi al Cairo, in Egitto, tra Hamas e Israele, al momento vi è una posizione di stallo.

Per ora non c’è stata una decisione da parte dell’organizzazione radicale palestinese, che governa la Striscia di Gaza, di inviare al Cairo una delegazione per la ripresa dei colloqui su un cessate il fuoco a Gaza. A dirlo un responsabile dell’organizzazione palestinese, smentendo così le informazioni circolate ieri sulla ripresa del negoziato in Egitto già oggi.

Il motivo? Le posizioni fra Israele e Hamas sono ancora “troppo distanti perché si possa avanzare nei negoziati per un cessate il fuoco, ha spiegato un esponente di Hamas. “Dubito che ci saranno progressi in questi negoziati perché le posizioni sono troppo distanti“, ha detto il funzionario in condizione di anonimato. Il primo ministro israeliano “Netanyahu non è serio e non è interessato, e l’amministrazione americana non esercita alcuna pressione reale“, ha aggiunto.

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