Il centrodestra non vota il nuovo Patto di Stabilità: “Giorgetti sfiduciato dal suo governo”

RMAG news

Il Parlamento europeo ha approvato con 367 voti favorevoli, 161 contrari e 69 astensioni il nuovo Patto di Stabilità, ossia le nuove regole economiche dell’Ue. Ma tra quanti non hanno dato via libera al patto non figurano i partiti di governo (Fdi, Lega e Forza Italia) che si sono astenuti.

Un voltafaccia clamoroso, se si considera che il governo italiano aveva approvato a dicembre scorso l’accordo considerandolo un passo avanti rispetto alla precedente disciplina molto rigida. Anche l’opposizione – Pd e anche Italia Viva – si è astenuta, con il dem Brando Benifei che ha invitato il ministro Giorgetti a “trarre le conclusioni del caso”.

L’astensione – ha chiarito l’europarlamentare Pd in una nota è legata al fatto che “il testo uscito dal negoziato con il Consiglio sia eccessivamente peggiorativo, non soltanto rispetto alla proposta originaria del commissario Gentiloni, che abbiamo sostenuto, ma anche della posizione del Parlamento europeo, specialmente se guardiamo agli interessi dell’Italia”.

L’astensione di tutte le forze politiche della maggioranza di centrodestra, ha poi continuato Benifei, “ha del clamoroso e sconfessa ufficialmente l’operato del governo Meloni e del ministro Giorgetti, che dovrebbe trarne le conseguenze del caso”.

Più in dettaglio tra gli italiani si sono astenuti gli eurodeputati di Fdi, quelli della Lega (che hanno praticamente contraddetto l’operato del loro ministro, Giancarlo Giorgetti), quelli di Forza Italia e quelli del Pd.

Hanno votato contro i Cinquestelle e l’eurodeputato di Renew Europe Fabio Massimo Castaldo (Azione) e Ignazio Corrao (Verdi/Ale). “Ma dove è finito il partito di Giorgia Meloni che diceva che avrebbe rigirato l’Europa come un calzino?”, ha attaccato il capogruppo M5s alla Camera, Francesco Silvestri.

“Che fine hanno fatto le sue urla contro la Bruxelles dell’austerità? Oggi la maggioranza di governo si è astenuta su un patto di stabilità che pregiudicherà il futuro dell’Italia e farà piovere sui cittadini tagli dolorosissimi ai bisogni essenziali. Tra l’altro con questo voto le forze di governo hanno sfiduciato di fatto il proprio ministro Giorgetti che lo aveva negoziato”.

Vicenda paradossale che non fa bene alla credibilità del Paese, che spinge però il commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni a scegliere il registro dell’ironia: “Abbiamo unito la politica italiana”, ha chiosato l’ex premier.

Il nostro Paese, però, ha aggiunto, ha di fronte “una doppia sfida, la sfida di politiche di bilancio prudenti, indispensabili per un Paese con un deficit e un debito così alto ma, al tempo stesso, la sfida a continuare con investimenti pubblici che sostengano la crescita. Certamente chi ha il deficit più alto ha una sfida più complicato ma, con le regole esistenti sarebbe forse molto difficile da attuare”.

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