Il dramma di Ilaria Salis: “Sono caduta in un pozzo profondissimo, ma sto dalla parte giusta della storia”

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Domani riprende a Budapest il processo a Ilaria Salis con la difesa che presenterà una richiesta di arresti domiciliari nella capitale ungherese avendo trovato la disponibilità di persone che la ospiterebbero.

La decisione dei giudici non arriverà subito e non c’è neanche ottimismo sul fatto che l’istanza possa avere successo. Ma la notizia più importante della giornata di domani è attesa dalla corte di appello di Milano che deve decidere se estradare o meno in Ungheria l’anarchico Gabriele Marchesi da diversi mesi agli arresti domiciliari con l’accusa di essere coinvolto negli stessi fatti del 23 febbraio dell’anno scorso che portarono all’arresto di Ilaria Salis.

Intanto la ragazza di Monza aveva fatto avere attraverso il quotidiano La Repubblica e il Tg3 una lettera dai toni molto accorati: “Sono caduta in un pozzo profondissimo, mi chiedo se ci sia uscita. Ma non ho dubbi su quale sia la parte giusta della storia. I mesi sono lunghi e accade che la bolla si trasformi in un buco nero che ti risucchia. Prendendo in prestito una metafora che leggerò parecchi mesi dopo in un bellissimo fumetto dedicato alle mie vicende – dice citando Zerocalcare – Chiudo gli occhi e lancio lo sguardo oltre le mura di questo cieco carcere: scorgo le vicende di uomini e donne come ricambi in tessuti su arazzi che raffigurano storie più ampie. Storie di popoli, di culture, di lingue e di religioni. Tutto mi appare semplice e lineare in queste vicende, come in molte altre, non può esserci alcun dubbio su quale sia la parte giusta della storia”.

La decisione dei giudici di Milano non potrà non pesare anche sulla sorte di Ilaria Salis. Dall’Ungheria hanno fatto sapere di non poter accogliere la richiesta di sostituire il mandato di arresto a carico di Marchesi con gli arresti domiciliari in Italia perché il giovane è considerato pericoloso al pari di Ilaria Salis.

La corte di appello di Milano che aveva provato a trovare una mediazione si trova nella posizione di chi deve fare una scelta netta. Intanto non sembra aver ottenuto risultati fin qui il presunto lavorio della nostra diplomazia, considerando le rigide posizioni espresse dai giudici ungheresi mentre il governo di Budapest ribadisce che da loro la magistratura è indipendente.

Sembra una situazione senza vie di uscita sia per Gabriele Marchesi sia per Ilaria Salis. Mentre non va dimenticato che un altro anarchico italiano coinvolto nella stessa vicenda è stato fermato in Finlandia e anche per lui gli ungheresi hanno chiesto l’estradizione. Per il momento non c’è stata alcuna decisione al riguardo.

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