Ilaria Salis spiega il perché della candidatura alle Europee: “Il mio caso diventi una battaglia per i diritti”

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“Dopo notti insonni e settimane di tormentate riflessioni ho deciso di accettare la candidatura alle elezioni europee per portare l’attenzione che mi avete mostrato anche alle altre persone che si trovano nella mia stessa situazione e trasformare questa mia sfortunata vicenda in qualcosa di costruttivo per la tutela dei diritti fondamentali”.

Sono parole contenute in una lettera di Ilaria Salis letta nella conferenza stampa alla Camera dei deputati in cui il padre Roberto, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli hanno presentato la candidatura della ragazza detenuta in Ungheria da oltre un anno con l’accusa di aver aggredito militanti neonazisti.

Nella missiva Ilaria Salis spiega di ringraziare “con tutto il cuore le persone che mi hanno supportato in questi mesi senza rimanere indifferenti di fronte alla storia di cui sono mio malgrado protagonista da più di un anno. I sorrisi che mi hanno accolto alle udienze mi hanno scaldato il cuore, mi hanno dato grande forza e soprattutto la consapevolezza di non essere sola in questa storia che purtroppo è ancora ben lontana da un epilogo”.

”L’unica certezza in questo momento è la richiesta della procura di patteggiare 11 anni di carcere – ricorda la ragazza – non è mia intenzione sottrarmi al procedimento ma difendermi nel processo nel rispetto dei diritti fondamentali dei principi di proporzionalità e della presunzione di innocenza. So di non essere un caso unico né eccezionale, ho avuto la fortuna di non essere dimenticata”.

Roberto Salis precisa che la figlia rischia una condanna a 24 anni per un reato che in Italia sarebbe considerato minore. Fratoianni aggiunge che Salis è capolista per essere eletta e definisce come “bestialità” la proposta di un confronto tra la ragazza e il generale Vannacci lanciata da Salvini che secondo Bonellideve preoccuparsi in casa sua perché dopo il 9 giugno non sarà più il segretario della Lega”.

La prossima udienza del processo a Budapest è fissata per il 24 maggio. Nel frattempo era stato depositato il ricorso in appello contro la decisione di non concedere gli arresti domiciliari a Ilaria nella capitale ungherese.

I giudici dell’appello non hanno ancora risposta a causa, pare, di un ritardo nel deposito della motivazione da parte del giudice del processo. Con ogni probabilità entro un paio di settimane ci sarà la decisione, anche se non c’è da coltivare speranze a livello giudiziario. L’unica prospettiva seria di lasciare il carcere sembra al momento legata alle scelte degli elettori e al raggiungimento del quorum da parte di Avs.

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