Ilaria Salis, il messaggio a Mattarella: “Grazie per il coinvolgimento, impressionata dalla rapidità”

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Ilaria Salis ha ringraziato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per l’interessamento sul suo caso. “Sono molto contenta, ringrazio davvero il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Mi ha molto impressionato che abbia telefonato lui in prima persona e che lo abbia fatto con questa rapidità. Lo ringrazio davvero tanto per il suo coinvolgimento”, le parole riportate all’ANSA dal padre dell’insegnante 39enne da oltre 13 mesi detenuta a Budapest, in Ungheria, con l’accusa di aver aggredito dei manifestanti estrema destra in occasione della Giornata dell’Onore. Giovedì scorso era stata respinta la richiesta di accedere agli arresti domiciliari avanzata dai legali dell’insegnante.

La difesa ha già presentato un ricorso contro questa decisione, in vista della prossima udienza prevista per il 24 maggio, e annunciato che si rivolgerà anche alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo chiedendo la condanna dell’Ungheria per le condizioni “inumane e degradanti” riservate all’insegnante. Il Presidente Mattarella aveva telefonato sabato scorso a Roberto Salis. “Ha ribadito la sua vicinanza a me e alla famiglia. E mi ha garantito il suo personale interessamento al caso”, aveva dichiarato il padre dell’insegnante. “Ringrazio il capo dello Stato per la solerzia con cui mi ha risposto in meno di 24 ore e soprattutto per la sensibilità e la vicinanza al dramma che sto vivendo con la mia famiglia”.

Come sta Ilaria Salis

Roberto Salis ha dichiarato, ringraziando il Capo dello Stato, che Ilaria Salis “sta bene e si sta riprendendo”. A proposito dell’udienza di giovedì scorso ha dichiarato che “è stata una brutta botta, perché ci contava molto ma ha un piglio abbastanza forte e non ho dubbi che sopporterà bene questa prova di resistenza”.

“Quanto successo giovedì – ha aggiunto – con la sentenza per Ilaria e con quella per Gabriele Marchesi ha rafforzato l’impressione che c’è qualcosa che non va bene e che c’è chiaramente una disparità nell’attuazione dei principi costituzionali”. Si aspetta ora l’esito dell’appello presentato contro la mancata concessione dei domiciliari “che se non altro verrà giudicato da un’altra corte e non sarà più nelle mani del giudice Jozsef Sós che ha un evidente pregiudizio nei confronti di Ilaria e che in Italia sarebbe già stato ricusato”.

Il caso Ilaria Salis

Nonostante le enormi polemiche Salis era ricomparsa lunedì i tribunale di nuovo con le manette ai polsi e i ceppi alle caviglie, trascinata al “guinzaglio” come una terrorista. L’insegnante lombarda è detenuta con l’accusa di lesioni “potenzialmente letali” a due estremisti di destra nel corso di alcuni raid in occasione della “Giornata dell’onore”: rischia oltre vent’anni di carcere. In occasione dell’udienza legali e amici dell’insegnante avevano denunciato minacce e insulti subiti da estremisti di destra. Presente all’udienza anche il fumettista Zerocacalcare, che sta raccontando il caso passo per passo in una serie disegnata per la rivista Internazionale.

La manifestazione della Giornata dell’Onore, che si svolge ogni anno con cortei, concerti ed eventi organizzati in diversi punti della città, celebra un battaglione nazista che nel 1945 tentò di impedire l’assedio di Budapest da parte dell’Armata Rossa: da due anni però la polizia ungherese non autorizza le parate a causa del pericolo di scontri e disordine pubblico, anche se alcune celebrazioni e cortei più piccoli sono comunque tollerati. Salis, in una lettera scritta a mano, aveva autorizzato la stampa italiana alla pubblicazione di foto che la ritraggono in manette.

“Le circostanze non sono cambiate”, aveva detto il giudice Jozsef Sós aggiungendo che “esiste sempre il pericolo di fuga“. L’avvocato Losco aveva aggiunto: “Non penso che in Ungheria ci possa essere un trattamento diverso da quello che abbiamo visto e penso che questo sia assolutamente inaccettabile per l’Italia. Resterà in carcere chissà ancora per quanto, può l’Italia accettare questo trattamento? Assolutamente no” .

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