La sanità digitale guarda al futuro, Gabbrielli “Grande opportunità”

La sanità digitale guarda al futuro, Gabbrielli “Grande opportunità”

Il Quotidiano del Sud
La sanità digitale guarda al futuro, Gabbrielli “Grande opportunità”

ROMA (ITALPRESS) – “La tecnologia digitale, con i suoi tempi, i ritmi e la continua innovazione, e il Pnrr, con la necessità di avere obiettivi da raggiungere in tempi precisi, ci stanno spostando verso una sanità molto più pragmatica e veloce”.
Lo ha detto Francesco Gabbrielli, responsabile Ricerca e sviluppo sull’attività clinica in telemedicina dell’Agenas, in un’intervista all’Italpress. Giovedì 16 e venerdì 17 maggio a Catania si terrà il summit internazionale Mediteh Beyond, con al centro la ricerca e lo sviluppo nella sanità digitale.
“E’ un appuntamento innovativo. E’ la prima volta che vengono radunati professionisti ed esperti che provengono dai paesi del Mediterraneo, dal Medio Oriente e dall’Africa, per costruire una rete collaborativa che mira a creare condizioni per progetti di sviluppo della sanità digitale nei prossimi anni nei paesi che aderiscono a questo primo summit e che ci auguriamo aumentino di numero nei prossimi anni”, ha spiegato Gabbrielli.
“Vogliamo portare un messaggio di superamento delle barriere”, sia quelle fisiche dei confini sia quelle culturali, ovvero un “approccio nuovo verso la medicina” ma anche la capacità “di mettersi nei panni degli altri, creare una condivisione di intenti e un valore importante di collaborazione comune verso un progresso della medicina”, ha aggiunto.
Gabbrielli ha spiegato che “sono tante le soluzioni tecnologiche e innovative di tipo digitale” e queste “comprendono anche la telemedicina” ovvero la “possibilità di erogare prestazioni sanitarie a distanza ma anche avere uno sviluppo proprio delle terapie, delle possibilità diagnostiche utilizzando computer e dispositivi digitali. Nella medicina sono possibili molte innovazioni – ha continuato – grazie alla combinazione di queste risorse nuove perchè possiamo mettere tanti sensori che ci danno misurazioni del corpo umano come mai prima nella storia e tutte possono essere elaborate dai calcolatori moderni che sono molto potenti e capaci di fare in tempi brevissimi ciò che a un essere umano costerebbe mesi di calcoli”.
Si può parlare di una riorganizzazione dei servizi sanitari? “E’ qualcosa che avverrà necessariamente. Le tecnologie digitali – ha spiegato – hanno alcune caratteristiche. La più importante è che tendono a fondersi tra loro. Questa fusione di tecnologie genera nuove opportunità che prima non esistevano e sulle quali bisogna riorganizzare il sistema. E’ impensabile creare nuove macchine che fanno cose diverse e poi utilizzarle nell’organizzazione precedente. E’ uno sforzo di riorganizzazione – ha proseguito – ma non è detto che bisogna fare tutto subito. Un pò alla volta ci sarà un cambiamento della sanità ma anche della medicina”.
C’è poi il tema del Pnrr. “Dobbiamo vederlo – ha evidenziato – per quello che realmente è. E’ un’opportunità unica ed è altamente improbabile, forse impossibile, che ne capiti un altro. Dobbiamo giocare bene questa carta che serve a innescare un meccanismo di cambiamento. In questo momento in Italia – ha continuato – non dobbiamo pensare che con quello che riusciamo a ottenere con il Pnrr abbiamo già fatto la telemedicina o la nuova medicina perchè in realtà abbiamo iniziato un percorso. Il Pnrr è certamente un acceleratore perchè ci costringe, anche per le sue tempistiche, a essere molto veloci ad avviare determinate procedure e ottenere risultati. E’ un’evoluzione culturale della sanità pubblica italiana che finora è sempre stata molto, o forse anche troppo, ancorata a una concezione del servizio sanitario come un luogo in cui si privilegia lo svolgimento delle attività burocratiche e professionali prima ancora dell’efficacia e dell’efficienza pratica di ciò che si fa”. Nell’ottica di questi nuovi servizi di sanità digitale la parola chiave è collaborazione. “Le tecnologie digitali e di telecomunicazione servono a creare reti collaborative”, ha spiegato. “La rete collaborativa funziona tanto più è vasta e interconnessa. Bisogna anche giocare bene sul discorso della tutela dei diritti in merito alla riservatezza del dato e la possibilità di usare i dati per tutte le attività necessarie”, ha concluso.
(ITALPRESS).
– Foto: Italpress –

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